Il turismo dopo BrexitBoom di arrivi in Uk

Le incertezze del dopo referendum sono, per il momento, spazzate via: il mese successivo alla Brexit si è chiuso con un’impennata di prenotazioni, per la Gran Bretagna, che i player turistici quantificano in un incremento di 18 punti percentuali rispetto al luglio dello scorso anno.

Merito della svalutazione della sterlina che, oltre ad attrarre i turisti stranieri, li ha anche incoraggiati a spendere. Le vendite al dettaglio, secondo i dati diffusi dall’Ons, l’Ufficio nazionale di statistica britannico, sono cresciute dell’1,4 per cento, dopo il -0,9 per cento di giugno, superando nettamente le attese degli analisti, che si erano limitate a un più 0,1 per cento.

Imprese ancora caute
L’exploit, dunque, c’è stato, ma le imprese sono ancora caute a proposito dei loro investimenti futuri, come spiega a Travelmole Kurt Janson, il direttore dell’ente britannico Tourism Alliance, che raggruppa oltre 500 realtà del settore: “Nonostante l’aumento di prenotazioni - dice - il 28 per cento della aziende da noi interpellate ha confessato di tenere ancora in stand-by le decisioni sugli investimenti futuri; in attesa delle mosse concrete del Governo del dopo referendum, c’è ancora incertezza sul futuro”.

Forti sarebbero, infatti, le ripercussioni sul turismo inbound nel Paese nel caso in cui gli accordi in vigore tra Regno Unito e Unione europea per facilitare gli spostamenti all’interno del Vecchio Continente non venissero mantenuti. Il 70 per cento del turismo in entrata per la Gran Bretagna è, infatti, appannaggio dei mercati Ue.

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