Travel ban negli Usa, a decidere sarà la Corte Suprema

Sarà la Corte Suprema americana a pronunciarsi sul travel ban, il divieto di ingresso per i cittadini provenienti da sei Paesi a maggioranza islamica voluto dal presidente Trump. Ad annunciarlo è stato il procuratore generale Jeff Sessions, che ha spiegato come "il Dipartimento difenderà vigorosamente il potere e il dovere del ramo esecutivo di proteggere la popolazione".  

L'annuncio di Sessions arriva a poche ore dalla pronuncia con cui la Corte d'Appello del quarto circuito di Richmond, in Virginia, ha confermato la sentenza di un tribunale del Maryland che sospendeva l'entrata in vigore dell'ordine esecutivo di Donald Trump, sostenendo che era portatore di una discriminazione sulla base della religione.

Ed è proprio contro questa sentenza che il Dipartimento di Giustizia si propone di ricorrere in appello presso la Corte Suprema. "Al presidente - si legge in una dichiarazione diffusa dal Dipartimento - non viene richiesto di ammettere persone provenienti da Paesi che sponsorizzano o tutelano il terrorismo, a meno di non stabilire che possano essere propriamente controllate e non rappresentino un rischio per gli Stati Uniti”.

L’ultima versione del travel val prevede una una sospensione di 90 giorni sugli ingressi di cittadini provenienti da Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen e non contempla più l'Iraq, oltre a non contenere più riferimenti espliciti alla religione.

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