L’altro Israele: dal deserto ai circuiti food & wine

Accanto ai circuiti tradizionali – religiosi e culturali – è in costante aumento il valore assunto dall’‘altro’ Israele, quello legato ad aspetti che solo ultimamente stanno venendo alla ribalta. “I numeri – commenta il direttore per l’Italia dell’ufficio nazionale israeliano del turismo, Avital Kotzer Adari (nella foto) - ci danno da tempo grande soddisfazione, ma per continuare a crescere, accanto ai city break a Gerusalemme e Tel Aviv, ai pellegrinaggi e agli itinerari culturali, dobbiamo proporre nuovi prodotti, cpome ad esempio il deserto del Negev volando su Ovda, a una cinquantina di chilometri da Eilat”.

Numeri record
L'Italia è il settimo mercato mondiale del turismo verso Israele e da inizio anno sono 72mila 800 gli italiani che hanno visitato il Paese. Confrontando questi dati con quelli dello stesso periodo del 2018, la crescita è stata del 34 per cento e  nel solo mese di maggio gli italiani sono cresciuti addirittura del 40 per cento rispetto al corrispondete mese del 2018.

Nuovi spunti di viaggio
"Prevedo una chiusura d’anno brillante – aggiunge il direttore – grazie anche all’apporto di nuovi t.o. o di operatori, come Turisanda, che hanno ripreso a programmare il Paese. In attesa che l’aeroporto di Eilat, già aperto ai voli internaziomnali, ospiti collegamenti dall’Italia, ci concentriamo anche sui circuiti food & wine, sui trekking, sul turismo culturale e archeologico che prende in esame le nuove scoperte e, perché no, sulle molteplici soluzioni adatte alle famiglie”.

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