Brexit, Johnson dice no agli accordi con l'Ue: torna lo spettro del no-deal

Torna ad affacciarsi sulla scena internazionale lo spettro del no-deal per la Brexit. Ultima mossa del premier britannico Boris Johnson la legge che punta a rivedere e a rigettare alcuni punti chiave dell’accordo precedentemente raggiunto con l’Ue per il divorzio dal Regno Unito.

“Siamo molto preoccupati – scrive la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen su Twitter - per gli annunci che arrivano dal governo britannico sulle sue intenzioni di violare il ‘Withdrawal Agreement’ (l’accordo di ritiro). Ciò violerebbe la legge internazionale e minerebbe la fiducia”.

In particolare la legge violerebbe alcune parti dell’accordo sulla Brexit concordato con Bruxelles, volte a garantire il mantenimento di un confine senza barriere fra Irlanda e Irlanda del Nord.
Ma Downing Street, spiega repubblica.it, per il momento minimizza. "Il protocollo sull'Irlanda del Nord", che verrebbe aggirato dalla nuova legge britannica, "non è un normale trattato internazionale", commenta un portavoce di Johnson, "bensì un documento che fu approvato in gran fretta dalle due parti, dando per scontato che avrebbe avuto bisogno di precisazioni e interpretazioni".

Intanto, però, la decisione del governo guidato da Boris Johnson potrebbe avere conseguenze molto concrete già nelle prossime settimane. La Commissione europea ha chiesto al premier di ritirare la legge proposta, lasciando intendere che in caso contrario abbandonerà i negoziati in corso sul futuro accordo commerciale.

Se le due parti non trovassero alcun compromesso l’1 gennaio il Regno Unito completerebbe luscita dall’Ue senza accordi, con inevitabili ripercussioni a breve termine sull’economia britannica.

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