Giappone, la rivincita degli hotel malgrado le Olimpiadi a porte chiuse

Un mercato da 20 miliardi euro. Il settore alberghiero giapponese promette performance da oro olimpico, anche se non sarà ‘Tokyo 2020’ la vera leva dell’exploit.

È uno studio pubblicato dalla Renub Research a pronosticare un brillante futuro per la crescita dell’hotellerie nipponica, che già nel 2022 potrebbe veder superati i ricavi pre-Covid. Tutto merito del turismo domestico, visto che le Olimpiadi, svolgendosi a porte chiuse, non riescono a imprimere, a breve termine, il classico effetto dei grandi eventi sportivi sulle destinazioni.

Secondo Renub, nuove abitudini di consumo spinte da una settimana lavorativa breve, di quattro giorni, il conseguente aumento del tempo libero e le formule ‘workation’ potrebbero generare una nuova domanda interna, recando il necessario sollievo all'industria alberghiera nazionale duramente colpita.

Il mercato dell’ospitalità - come spiega il report, ripreso da Itb Berlin Now online - sarebbe nelle mire degli investitori, che avrebbero visto la recessione come un'opportunità per acquistare asset. Le compagnie locali dominano, attualmente, il settore alberghiero in Giappone, ma le catene internazionali stanno guadagnando terreno negli ultimi mesi.

Ad esempio, a giugno, Marriott International ha aperto la sua 70esima struttura nel Paese, l'Aloft Osaka Dojima. Un altro esempio è l’Hyatt Regency Tokyo Bay, aperto a luglio: un resort urbano di 350 camere, vicino alle principali attrazioni e uno dei più grandi centri congressi della nazione. A conti fatti, lo studio Renub indica una crescita del mercato giapponese dell’hospitality del 54,01% nel periodo 2020-2026, con uno sviluppo più accentuato nel segmento degli hotel di media categoria.

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