Il mondo del turismo si stringeper l’ultimo saluto a Colombo

Uno di quei momenti che si vorrebbe non arrivassero mai. Per nessuno, ma soprattutto per quelle persone che, a vario titolo e in vari modi, hanno significato qualcosa nella vita di ognuno di noi.
Senza voler cedere a facili sentimentalismi, ieri pomeriggio quel  momento è arrivato, quando una piccola folla, assolutamente inaspettata in questi tempi di Covid e di restrizioni ai viaggi, si è ritrovata riunita a Milano alle chiesa di Gesù Buon Pastore per l’ultimo saluto a quello che tutti ricordano come ‘il Presidente’.

Si badi bene, non c’erano solo molti nomi conosciuti del grande mondo del turismo, da Luca Patanè a Renato Scaffidi, da Mario Vercesi ad Andrea Gilardi. Ad accompagnare Bruno Colombo nel viaggio più importante anche tanti ex dipendenti di quella grande, unica famiglia che per tanti è stata I Viaggi del Ventaglio. Perché a tanti “la maglietta del Ventaglio è rimasta cucita sulla pelle”.

Nella chiesa gremita di gente, l’atmosfera composta di chi voleva esserci per dare l’ultimo saluto a un personaggio unico, che ha fatto la storia del turismo organizzato, ma che ognuno dei presenti ha un modo diverso di ricordare. Amici anziani, ex dipendenti, colleghi, figli e nipoti, tutti accomunati dalla certezza che con Colombo se ne va un pezzo importante della storia del turismo.

Visionario, sognatore, coraggioso ed entusiasta, un “fuoriclasse della vita” come è stato definito durante gli interventi succedutisi a conclusione della funzione. Tutti toccanti, tutti straordinariamente veri.
Come quello di chi ricorda la sua carica innovatrice e la voglia di trasformare il sogno in realtà, ma anche le notti insonni passate dibattendosi fra mille pensieri.

All’uscita dalla chiesa, nessuno aveva voglia di parlare. Ognuno stretto nel ricordo del Colombo che conosceva.
Per me il Presidente è stata persona di grande visione ma anche di straordinaria umanità, che non mi ha mai fatto mancare un sorriso o una battuta che lo rendeva più ‘vicino’.

Un esempio che è destinato a rimanere. I figli Stefano e Alessandro, nell’augurare buon viaggio al ‘Comandante’, hanno annunciato la creazione di una fondazione a lui intitolata che si occuperà della formazione dei giovani nel turismo. Un altro modo per non dimenticare un pezzo della storia di molti di noi.

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