O'Leary, Ryanair:"I charter vicini alla fine"

Modelli vecchi. Strategie sbagliate.

Ne ha per tutti il ceo di Ryanair, Michael O'Leary (nella foto). Interpellato nei giorni scorsi in occasione della visita in Italia per presentare la programmazione estiva 2016 su una possibile entrata nel mercato dei charter, il manager ha espresso la sua visione del mondo su questo modello: "Il nostro piano è quello di convertire tutti i voli charter in collegamenti di linea. In passato, quando volare era costoso, il pacchetto completo era la scelta più conveniente, ma adesso questo modello è vicino alla fine".

E non diventa più tenero quando gli chiediamo un'opinione sulla nuova Alitalia: "Non sono sicuro che Etihad stia seguendo la strategia giusta - attacca - e Alitalia farà tutto quello che gli chiederà Etihad".

Poi, con il suo consueto sarcasmo, non risparmia la frecciata finale: "È praticamente uguale alla vecchia Alitalia tranne che per le divise disegnate da Giorgio Armani che immagino abbiano fatto aumentare i costi. D'altronde era quello il problema degli ultimi vent'anni, giusto?".

Intanto la low cost irlandese allunga le mani sul business travel.

Dopo lo sviluppo dalla tariffa business plus, O'Leary, ha fissato gli obiettivi per questo segmento di mercato che, attualmente, vale circa il 27 per cento del traffico: “Entro i prossimi 4 anni speriamo che il 10 per cento dei nostri passeggeri (circa 12 milioni, visto che l'obiettivo è di trasportare 120 milioni di persone, ndr) scelga il prodotto business plus. Al momento la percentuale non è molto alta”.

La tariffa comprende l'imbarco prioritario, la scelta del posto, il cambio di biglietto gratuito e la franchigia bagaglio: l'ideale anche per chi deve poi imbarcarsi per un volo a lungo raggio. Non a caso l'opportunità di feederaggio per i voli long haul è sempre nei pensieri del manager e probabilmente sarà una delle sue prossime mosse: “È qualcosa di cui stiamo parlando con diverse compagnie aeree come Aer Lingus, Norwegian e Virgin anche se non c'è nessun accordo al momento. Sicuramente si potrà
pensare di farlo anche su diversi scali europei, compreso Bergamo”.

I 9 milioni di passeggeri che il vettore movimenterà nel 2016 rappresentano un patrimonio che fa gola a tanti: i pretendenti si facciano avanti.

Giovanni Ferrario

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