Shutdown negli Usa, le ripercussioni sugli aeroporti

Il protrarsi dello shutdown più lungo della storia degli Stati Uniti sta incominciando ad avere pesanti ripercussioni sull'attività degli aeroporti. Aumenta, infatti, il numero di funzionari della Tsa (Transportation Security Administration) che, non percependo più lo stipendio, non si presenta al lavoro. L’agenzia federale sta correndo ai ripari reclutando personale di riserva, ma il problema potrebbe complicarsi ulteriormente nei prossimi giorni.

Quattro scali bloccati
Una situazione grave che, combinata ai disagi provocati da una tempesta di neve sull'Atlantico, sta provocando il blocco parziale delle attività di quattro tra i più grandi aeroporti del Paese: quello di Atlanta, il George Bush Intercontinental Airport di Houston, il Miami International Airport e il Washington-Dulles International Airport, costretti a chiudere diversi checkpoint.

La diretta conseguenza per i passeggeri è l’allungamento dei tempi di attesa per varcare i punti di controllo che, nel caso di Atlanta, hanno oltrepassato abbondantemente i 60 minuti. Lunghe code anche all’aeroporto di Washington dove, però, la situazione dovrebbe normalizzarsi oggi, secondo quanto dichiarato dai funzionari della Tsa.

Lavoratori precettati
Essendo considerati dipendenti federali ‘essenziali’, i lavoratori della Tsa possono essere precettati e, in casi come quello dello shutdown, devono lavorare anche senza stipendio. “Gli ufficiali della Tsa - lamenta in una nota J. David Cox Sr, presidente della Federazione americana degli impiegati governativi - sono già alcuni degli impiegati con la retribuzione più bassa tra la forza lavoro federale, e ora viene chiesto loro di prestare servizio senza sapere quando riceveranno lo stipendio”.

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