Ryanair, easyJet, WizzIl low cost non basta più

Il lockdown in Gran Bretagna e la stretta improvvisa in altri Paesi europei, Germania in testa, stanno complicando i piani delle compagnie aeree low cost del Vecchio Continente. Certo, l’allungamento dei tempi previsti per il ritorno a una fase di normalità per l’emergenza Covid continua a mettere a dura prova tutto il comparto del trasporto aereo, stremato da un anno senza precedenti.

Ma ora inizia a scricchiolare anche la macchina delle low cost, che anche nei periodi più bui di questi lunghi mesi avevano abituato a dichiarazioni ottimistiche e dimostrazioni di resistenza generati da situazioni di cassa robuste. I mesi passano, però e anche per Ryanair, easyJet e Wizz Air, ovvero le big three del Vecchio Continente, il peso del lungo stop (come poterlo chiamare diversamente?) si fa sentire.

Ryanair
Gli ultimi dati rilasciati da Ryanair da soli sintetizzano come l’orizzonte ancora non lascia trasparire grandi segnali di speranza: per il prossimo trimestre il vettore guidato da Michael O’Leary ha rivisto al ribasso tutti gli indicatori, arrivando a presupporre addirittura una tabella di marcia da 500mila passeggeri al mese a febbraio e marzo, con il possibile taglio di tutte le operazioni di volo in Gran Bretagna e in Irlanda. E l’anno fiscale, in chiusura a marzo 2021, che avrebbe dovuto chiudersi con numeri di passeggeri prossimi ai 150 milioni, non arriverà probabilmente neanche a quota 30.

easyJet
Chi aveva deciso di tirare i remi in barca già da alcune settimane, come nel caso di easyJet, sta moltiplicando le operazioni volte a portare in cassa liquidità necessaria per passare indenne l’inverno e, probabilmente, anche la primavera. Dall’autunno si sono susseguite operazioni di leaseback sulla flotta, rinvii delle consegne, ricorsi al mercato e, in ultimo, notizia di pochi giorni fa, accesso a un prestito governativo da quasi un miliardo e mezzo di euro.

Wizz Air
Anche la più esuberante di questo lungo anno, vale a dire Wizz Air, ha dovuto tirare i remi in barca e rivedere i piani imponenti (almeno in paragone a quanto stava succedendo sul mercato) e limitare il raggio d’azione. Ne è un esempio il lancio della divisione di Abu Dhabi, prevista inizialmente ad ottobre, e che dovrebbe partire ora a gennaio 2021. Sempre che le condizioni del mercato lo consentano. Il ceo Jozsef Varadi continua a dichiararsi fiducioso indicando nell’estate la svolta e il ritorno (almeno per Wizz Air) a numeri simili se non superiori all’estate del 2019. Ma i toni oggi appaiono meno trionfalistici che in passato.

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