Voli post pandemia: l’occasione low cost

Hanno dimostrato grande sicurezza sulla loro resilienza nei momenti più critici della pandemia, quelli del primo lockdown, permettendosi anche il ‘lusso’ di fermare completamente le operazioni per tagliare al massimo i costi, come nel caso di Ryanair. La situazione finanziaria dei vettori low cost era tale da consentire di assorbire il pesante impatto della crisi, pur in assenza di aiuti dallo Stato, come invece avvenuto per big come Lufthansa, Air France-Klm o Alitalia, per poi ripartire prima e più degli altri con la programmazione. Tanto che ora stanno mettendo in campo uno schedule estivo superiore anche a quello presentato nel 2019.

L’analisi
Ma per Ryanair, easyJet, Wizz Air e soci il futuro ora si presenterebbe più roseo, almeno guardando ai prossimi 12-24 mesi. Secondo l’analisi effettuata da GlobalData, infatti, i vettori low fare ora sono quelli candidati a vedere la domanda del mercato crescere molto di più rispetto ai competitor e quindi fare un ulteriore passo avanti in Europa, dove negli ultimi anni hanno rosicchiato share con una costanza impressionante.

Il fattore pricing
Il punto di partenza dello studio si basa su cosa chiedono i clienti che vogliono prendere un aereo oggi, e il fattore numero uno è il prezzo. L’allentamento delle restrizioni per la pandemia ha riacceso la voglia di viaggiare e il dato delle vendite che il settore sta registrando appare molto incoraggiante. Ma c’è una variabile importante: gli effetti dei rincari derivanti dalla crisi energetica in primis sono destinati a farsi sentire sul lungo periodo e dopo la parentesi estiva il grande pubblico, che continuerà a viaggiare, potrebbe optare per chi propone il prezzo più basso.

L’analisi GlobalData quindi mette in luce che le uniche in grado di offrire quanto il mercato chiede sono al momento le compagnie low cost, mentre all’opposto è più probabile che le tariffe medie crescano, già a partire dall’estate, a causa degli effetti del caro carburante quando il fuel hedge andrà a esaurisi. "Mentre il settore low-cost è influenzato da questi tanto quanto i vettori a servizio completo, l'età tipicamente giovane dei loro aeromobili significa che molti sono più efficienti in termini di consumo di carburante, contribuendo a ridurre le spese di carburante – rimarca GlobalData -. Il modello di business a basso costo è anche progettato per ridurre altre spese generali operative, il che significa che le tariffe possono rimanere relativamente basse nonostante il clima attuale”.

Il business travel
Non solo. I vettori low cost potrebbero trarre un altro vantaggio da questa situazione contingente. Se il budget da rispettare riguarderà i cittadini in generale, non ne saranno esenti le aziende che dovranno così lavorare alla voce uscite anche per le trasferte di lavoro. E potrebbero optare per i voli low cost.

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