La desertificazione commerciale dei centri storici: via le agenzie di viaggi, e non solo

Ho recentemente passeggiato per i centri storici di Milano, Parigi e Londra, tre capitali europee (beh, una è solo economica...) frequentate da milioni e milioni di turisti.

Le agenzie di viaggi sono letteralmente scomparse.

Di Milano ho scritto due anni fa e la situazione post Expo è peggiorata. Londra e Parigi seguono la stessa deriva. Tra Piccadilly Circus e Trafalgar Square non ho contato una sola agenzia, quando solo una decina di anni fa ne avevo viste almeno un paio. Idem a Parigi, dove per anni il Club Med ha avuto un magnifico flagship store sui Campi Elisi, ora trasferitosi al primo piano di 125 Avenue des Champs Elisées, sempre prestigioso, ma un'altra cosa.

Le ragioni di quella che i tecnici chiamano "desertificazione commerciale" sono note.

Per le agenzie di viaggi vale la solita concorrenza del web e l'impossibilità di sostenere i costi di gestione di un negozio in centro. Per gli stessi motivi spariscono i negozi di vicinato (piccoli alimentari, edicole, sartorie, librerie...) i cui spazi venivano - fino a qualche anno fa - occupati da due sole merceologie: abbigliamento e somministrazione cibi/bevande. Basti pensare a Corso Vittorio Emanuele a Milano, a Via del Corso a Roma e al centro (tutto) di Firenze o di Venezia.

Ora anche l'abbigliamento é in crisi: cito solo Abercrombie & Fitch, che poche stagioni fa vedeva ragazzine urlanti fare a botte per entrare nello store di Milano, e oggi é un marchio - globalmente - in difficoltà. E anche H&M e Gap non vivono i loro momenti migliori.

Conclusioni (di buon senso): dove arriva la rete, non ce n'è per nessuno, Amazon docet. Per chi vende viaggi, un negozio al piano, orari flessibili e disponibilità ad andare dal cliente sostituiscono egregiamente le vetrine su strada. La professionalità di un agente esperto non è sostituibile, quindi il problema - ora più di sempre - non è disporne, ma farsi trovare dal cliente.

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