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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Il lavoro dell’ufficio stampa esterno è ingiustamente sottovalutato

10/05/2021
15:29
 

A&T Comunicazione di Alessandra Agostini e Claudia Torresani. Mariolina Longoni Comunicazione. Ferdeghini Comunicazione. Vi dicono qualcosa questi nomi? Non credo molto, purtroppo. Nicolaus Valtur ed EGO Airways. Costa Crociere e Welcome Travel Group. ASTOI Confindustria Viaggi e Gattinoni. Questi nomi, invece, sono noti, e molto. Qual è la relazione tra la prima lista e la seconda? Semplice: A&T Comunicazione è l’ufficio stampa di Nicolaus Valtur ed EGO Airways. Mariolina Longoni segue da sempre Costa Crociere e Welcome. Sara Ferdeghini si occupa della comunicazione di ASTOI e Gattinoni.

Da comunicatore, “non mi faccio capace” (come direbbe il commissario Montalbano) che il lavoro degli uffici stampa sia non solo misconosciuto, ma pure sottovalutato. Tempo fa, Luca Caraffini di Geo (ora Welcome Travel Store) spezzò una lancia a favore dei giornali di categoria: “Ci siamo dimenticati di mostrare la nostra vicinanza anche ai giornali turistici, che ci sono sempre serviti per far conoscere i nostri progetti e per avere tutte le novità del nostro settore”. Parole sante. Ma qual è la fonte dalla quale ricevere “tutte le novità del nostro settore” e soprattutto il mezzo per “far conoscere i progetti” di tour operator e croceristi, network e compagnie aeree, alberghi e destinazioni? Ovvio, l’ufficio stampa, ovvero quello che (Wikipedia dixit) "diffonde notizie per conto di aziende, organizzazioni ed enti pubblici. La funzione di un ufficio stampa è prettamente giornalistica, pertanto non va confusa con l'attività di 'relazioni con i media'. Le note ufficiali redatte da un ufficio stampa sono chiamate comunicati stampa". Ne consegue che, senza uffici stampa, non ci sarebbe comunicazione.

Perché il lavoro degli uffici stampa esterni (ovvero non integrati nell’azienda stessa) è misconosciuto e sottovalutato? Per quattro semplici ragioni:

1. È il brand del cliente, che conta: nulla deve fare ombra al marchio, alla visibilità, all’affermazione dell’impresa, del progetto, dell’iniziativa del cliente; il quale paga e ha diritto che il suo investimento renda al meglio. A fare pubblicità all’ufficio stampa ci pensano il passa-parola e il portfolio clienti.

2. È un’attività b2b, quindi sconosciuta al consumatore: chi conosce l’ufficio stampa di Amazon o di Mercedes o di Ferrero? Nessuno, ovviamente, ma senza quello dell’ultima azienda citata i Nutella Biscuits non avrebbero avuto il successo planetario che hanno riscosso. Per non fare torto a nessuno, cito un glorioso tour operator, per il quale l’ufficio stampa e comunicazione fece un lavoro sopraffino: Viaggi del Ventaglio, negli anni ’90.

3. La qualità non è percepibile al volo, bisogna essere del mestiere: chi è in grado di giudicare se un comunicato stampa è scritto in un buon italiano? E se la foto del Grande Imprenditore è ad alta risoluzione e ben definita, e non scattata col telefonino? E se un evento è promosso al momento e nel modo corretto, e non al momento e nel modo sbagliato? Solo gli addetti ai lavori, e talvolta neanche quelli. Peccato, perché le nottate passate a limare un lancio stampa, pesando ogni virgolettato e controllando punteggiatura e ortografia, non le riconosce nessuno.

4. Ci lavorano essenzialmente donne: tutti conoscono Rocco Casalino, ufficio stampa (ma anche PR manager) dell’ex premier Giuseppe Conte. Uno fornito di un ego grande quanto una casa, ovvero quello che Alessandra Agostini, Claudia Torresani, Mariolina Longoni e Sara Ferdeghini NON hanno. Perché (lo scrivo da anni) il nostro settore è maschilista e machista, e le professioniste devono sempre lavorare il doppio per affermarsi. Nella comunicazione sono indubitabilmente più brave dei colleghi maschi, e ne cito solo due, “lato aziende”: Isabella Maggi di Gattinoni e Sara Prontera di Nicolaus Valtur.

Un plauso a tutte le colleghe che nel turismo si occupano di uffici stampa e comunicazione, scusandomi per non poterle citare tutte. Lo meriterebbero, altroché.


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