L’era del ‘conscious luxury’: il nuovo lusso è consapevole

Sempre maggiore attenzione alla sostenibilità non solo ambientale, ma a quello che è un interesse globale per il benessere del pianeta e delle popolazioni che lo abitano. E sempre maggiore interesse per esperienze che siano trasformative, ossia che non si limitino a coinvolgere il viaggiatore in un'immersione momentanea e limitata in altre culture o in altri modi di vivere, ma siano una porta per crescere e cambiare la propria vita. Un tema già accennato nell'ultimo numero di TTG Luxury, che sta prendendo sempre più il centro della scena.

È questo il lusso che entra nel secondo ventennio degli anni Duemila, un lusso che all'ILTM di Cannes hanno battezzato Conscious luxury. E non si tratta solo di una definizione 'di maniera': i principali brand alberghieri confermano che i loro clienti stanno orientando le loro richieste verso questo tipo di offerta, privilegiando le strutture che valorizzano il lusso consapevole.

I clienti consapevoli
Alla base di questo nuovo modo di intendere il viaggio di lusso ci sono, ovviamente, le esigenze dei clienti di lusso. Per individuare i quali ILTM insieme a Barton e Wealth-X ha realizzato un ricchissimo studio dedicato alle esigenze di viaggio dei cosiddetti HNW (High Net Worth) e dei loro valori amplificati, ossia i Very HNW e gli Ultra HNW. Una percentuale abbastanza piccola dell'intera popolazione, lo 0,3%, ma capace di sviluppare una spesa che rappresenta il 36% del giro d'affari globale del settore travel.

Questi individui non hanno davvero bisogno di viaggiare, o meglio, le loro motivazioni sono differenti rispetto a quelle dei comuni viaggiatori. Se viaggiano, desiderano utilizzare la loro vacanza come una piattaforma per realizzare anche altri desideri, che siano rispondere alle proprie passioni piuttosto che dedicarsi alla filantropia.

Da questo, quindi, la nuova idea di viaggio di lusso, che non deve e non può limitarsi al classico pacchetto, ma deve ricomprendere una serie di attività che vengono a creare  quello che lo studio definisce il Global luxury travel ecosystem, un ecosistema, appunto, che contiene e risponde ai desideri del nuovo cliente lusso.

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