Ezhaya: “Bisogna fare arrivare al Governo lo sdegno composto, ma duro e forte”

Sarà una giornata calda. Dopo aver passato la serata a spulciare il nuovo decreto, aziende e manager si apprestano a commentare i provvedimenti. Come previsto e prevedibile l’Esecutivo Conte non ha soddisfatto il settore, malgrado promesse e annunci.

Pier Ezhaya (nella foto), nella doppia veste di cco Alpitour e consigliere delegato Astoi, dopo aver letto e riletto il Decreto scuote la testa e attacca: “Le previsioni più ottimistiche stimano che il turismo organizzato, tour operator e agenzie di viaggio, perderà  7,5 miliardi di euro di fatturato. È stato costituito un fondo straordinario di 25 milioni pari allo 0,33% di quanto perso. Il dato si commenta da solo”.

Voglia di combattere
Il comparto in altre occasioni (meno drammatiche) ha accusato colpi in silenzio, ma questa volta traspare tra aziende e associazioni la voglia di combattere per ridare forza ed dignità al turismo.

"Davvero impossibile comprendere come un settore che conti così tanto abbia ottenuto così poco. Ora serve almeno far arrivare al Governo lo sdegno composto, ma duro e forte. Questa volta il turismo non si farà passare sulla testa un provvedimento così inconsistente”.
 
Una posizione che non può trovare d’accordo anche le altre associazioni di categoria, che in questi minuti stanno lavorando per avviare le contromosse e una strategia per tenere almeno alta l’attenzione.

Le previsioni
"Gli ammortizzatori sociali sono stati limitati a 18 settimane – prosegue Ezhaya - che vuol dire arrivare a luglio. Da agosto le aziende che faranno? Dovranno licenziare? Il Bonus Vacanza è un operazione di marketing che ha forti barriere di ingresso sui redditi e che richiede peraltro agli albergatori di anticipare l’80% del bonus per poi recuperarlo con credito d’imposta. Mancano norme certe su alberghi e trasporti e senza queste regole non c’è domanda turistica. Ci sarà molto da discutere se le misure saranno state sufficienti o no. La risposta la darà il settore, che inizierà a contare le vittime a brevissimo mettendo a repentaglio almeno 50.000 posti di lavoro. Penso che  questo, oltre che un danno per le aziende e le persone, sarà un danno anche per il gettito dello stato”.

Siamo alla prima puntata di una serie che durerà a lungo. Sperando che il Governo trovi il modo di riparare a un provvedimento che non permette alle imprese di ripartire.

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