FTI Touristik,
la lunga
agonia
del t.o.

Si è tentato di tutto. Almeno per salvare la vacanza di quanti avevano prenotato un viaggio per quest’estate, ma non c’è stato niente da fare: nessuno viaggerà più con FTI Touristik. A nulla è valso il tentativo di trovare dei competitor disposti a tendere una mano ai clienti dell’operatore rimasti in attesa di conoscere le sorti della loro tanto attesa fuga estiva dopo mesi di lavoro e impegni. La scure del fallimento si è abbattuta anche su di loro, che avevano riposto la loro fiducia in un marchio che, però, navigava in cattive acque da tempo.

La lunga agonia

Quella di FTI Touristik e delle sue controllate è stata infatti una lunga e lenta agonia, iniziata ai tempi della pandemia. Durante il Covid, il Governo federale aveva già sostenuto l’azienda, a corto di liquidità, con un’iniezione da 595 milioni di euro grazie al Fondo di stabilizzazione economica.

Successivamente, ulteriori richieste di aiuti avanzate dalla casa madre a Berlino presso il Ministero federale delle finanze e il Ministero federale dell’economia non hanno sortito successo. Più tardi si è risolto in un nulla di fatto anche il tentativo del fondo Certares di mettere mano sul gruppo proprietario dell’operatore. Un’operazione che avrebbe potuto forse salvare le sorti del marchio.

Così, all’operatore tedesco non è rimasto che portare i libri in tribunale e aprire la procedura di insolvenza. In quel momento delle decine di migliaia di clienti in viaggio se ne è fatto carico la Drsf (fondo di garanzia viaggi tedesco), ma per quanti speravano di partire tra giugno e luglio non sarà possibile intervenire. Il sipario sul FTI Touristik sta per calare definitivamente.

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