Governo: il turismotorna a Franceschini

È un ritorno atteso quello di Dario Franceschini al Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Le indiscrezioni di ieri, che lo davano diretto invece al Ministero della Difesa, non hanno preso corpo e Franceschini riconferma la sua indiscussa preferenza per quello che lui stesso aveva definito, la prima volta che aveva assunto l’incarico, nel 2014, “il più importante ministero economico del nostro Paese”.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato, nel corso della sua dichiarazione sull’elenco dei ministri rilasciata qualche minuto fa al Quirinale all’uscita dal colloquio con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che la delega al turismo tornerà in forze al Ministero dei Beni e della Attività Culturali lasciando l'Agricoltura. Torna la 'T' nel nome Mibact, insomma.

Le partite aperte
Il ritorno di Franceschini riapre tutta un serie di partite nel mondo del turismo: dal rifinanziamento del tax credit, atteso dal comparto e andato ‘buco’ nel corso del 2019, all’assetto di Enit, al momento costruito a ‘immagine e somiglianza’ del ministro Centinaio, solo per citare due casi.

Per intanto, la certezza è quella di un nuovo lungo tempo di attesa: il trasferimento della delega comporta un trafila burocratica che rischia di portare via alle politiche del turismo più di un anno di lavoro.

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