Il commento del direttore
Remo Vangelista
A partire dalla data di ieri, 1° settembre, in tutti gli aeroporti europei - compresi quelli dotati di scanner di nuova generazione, i C3 - è tornato il limite di 100 ml per i liquidi nel bagaglio a mano. La Commissione europea ha spiegato che la reintroduzione del limite è dovuta proprio a problemi tecnici riscontrati negli scanner C3. Questi dispositivi avanzati dovevano permettere ai passeggeri di trasportare liquidi sui voli aerei senza restrizioni, ma i problemi emersi hanno portato la Commissione a ripristinare temporaneamente le vecchie regole per garantire la sicurezza. La misura è stata presa in accordo con i partner internazionali e resterà in vigore fino alla risoluzione dei problemi tecnici.
Il nodo dei C3
La tecnologia delle apparecchiature C3 Edscb, come vengono tecnicamente chiamati questi scanner avanzati, visualizza immagini tridimensionali ad alta risoluzione del contenuto del bagaglio. Sono in grado di rilevare facilmente i componenti esplosivi in tutti i tipi di cosmetici, liquidi o dispositivi elettronici.
La loro efficacia è stata messa in discussione da un rapporto tecnico che la Commissione ha inviato alla Conferenza europea dell’aviazione civile (Ecac) lo scorso maggio, secondo il quale il software di questi scanner non può garantire la loro affidabilità per i contenitori con un contenuto superiore a 330 millilitri.
Da qui la decisione di Bruxelles di applicare restrizioni “temporanee” a questi sistemi di rilevamento come “misura precauzionale” fino a quando “alcuni problemi tecnici non saranno risolti”, come ha riferito un portavoce della Commissione secondo quanto scritto da it.euronews.com.
Tutti gli aeroporti che in precedenza operavano con il modello C3 - compreso Fiumicino - dovranno dunque tornare allo scanner a raggi X tradizionale, quello utilizzato nella maggior parte degli scali in Europa e nel mondo, la cui tecnologia è insufficiente per mostrare in dettaglio l’interno degli oggetti e quindi rilevare materiale esplosivo nei liquidi.