Il commento del direttore
Remo Vangelista
I ritardi del controllo del traffico aereo in Europa sono più che raddoppiati nell’ultimo decennio, causando disagi sempre più rilevanti per passeggeri e compagnie aeree. È quanto emerge da un nuovo rapporto diffuso da Iata, che analizza l’andamento dei ritardi legati alla gestione del traffico aereo nel periodo 2015–2024, con alcuni dati aggiornati fino a ottobre 2025.
Secondo lo studio, i ritardi imputabili all’Air Traffic Flow Management sono aumentati del 114% rispetto al 2015, a fronte di una crescita del traffico aereo di appena 6,7% nello stesso arco temporale. L’analisi esclude sia i ritardi causati da condizioni meteorologiche sia le cancellazioni dovute agli scioperi, evidenziando quindi un problema strutturale del sistema europeo di controllo del traffico aereo.
Dito puntato su Francia e Germania
Alla base dell’esplosione dei ritardi ci sono soprattutto limiti di capacità e carenze di personale, criticità note da tempo ma affrontate in modo insufficiente. In particolare, i fornitori di servizi di navigazione aerea di Francia e Germania risultano responsabili di oltre il 50% dei ritardi complessivi registrati in Europa.
I numeri contenuti nel rapporto delineano un quadro significativo. Tra il 2015 e ottobre 2025, 7,2 milioni di voli hanno subito ritardi legati al controllo del traffico aereo: 6,4 milioni con ritardi fino a 30 minuti e circa 700mila con ritardi pari o superiori a mezz’ora. Nel solo 2024, i minuti complessivi di ritardo hanno raggiunto quota 30,4 milioni, contro i 14,2 milioni del 2015, con un incremento del 114%. È inoltre rilevante la forte stagionalità del fenomeno: il 38% dei ritardi del 2024 si è concentrato nei mesi di luglio e agosto.
Il nodo della carenza di personale
I ritardi legati alla carenza di personale, escludendo gli scioperi, sono aumentati addirittura del 201,7% rispetto al 2015. Le azioni sindacali e gli scioperi, pur non essendo il fattore principale, hanno comunque inciso per l’8,8% dei ritardi complessivi, generando 9,8 milioni di minuti di ritardo nell’arco di dieci anni, un periodo che include anche la pandemia, quando il traffico aereo era quasi fermo.
Durissimo il commento di Willie Walsh, direttore generale di Iata, che ha parlato di un fallimento strutturale dell’Europa nella gestione del traffico aereo. Secondo Walsh, il lieve miglioramento atteso nel 2025 dopo un 2024 particolarmente critico non è sufficiente a invertire una tendenza negativa che dura da dieci anni.