Il commento del direttore
Remo Vangelista
“I continui mutamenti normativi, volti a modificarne la governance e a individuare Ministeri vigilanti sempre diversi, non ne hanno agevolato la linearità, nel tempo, della programmazione delle attività”. Questo il giudizio espresso dalla Corte dei Conti nella relazione sulla gestione 2022 dell’Enit resa pubblica ieri con la Delibera n. 109/2023.
Secondo le verifiche della Corte la struttura patrimoniale dell’Agenzia nazionale del Turismo registra un valore netto di 45.192.210 euro, una consistente disponibilità liquida e limitati debiti commerciali. E il bilancio di esercizio mostra un avanzo economico di 11.405.445 euro, generato da un valore della produzione di 53.742.151 e da costi di produzione di 41.913.211. Ma, osserva l’organismo di controllo, si tratta di un “risultato da non leggersi in chiave positiva, stante la funzione istituzionale di promozione svolta in regime di contribuzione statale, che dovrebbe far tendere al pareggio di bilancio”. L’avanzo economico di oltre 11 miliardi - dei quali circa 8 legati a minori costi di attività e servizi istituzionali - confermerebbe per la Corte “la difficoltà di Enit al conseguimento dei propri obiettivi”.
Sotto la lente anche la struttura amministrativa dell’Agenzia. In questo caso la delibera precisa che “in virtù di difficoltà oggettive, è carente di personale e la Direzione finanziaria ha perso la propria figura di vertice, sinora non sostituita”.
Verso Enit Spa
La Corte dei Conti accenna poi alla futura trasformazione dell’Enit in Spa, secondo quanto disposto dal decreto-legge n. 44/2023, fortemente voluto dall’attuale Ministero del Turismo. “Enit – scrive la Corte – sarà soppresso con attribuzione delle relative funzioni a Enit Spa, società in house vigilata dal Ministero del turismo. Il commissario liquidatore nominato avrà il compito di predisporre l’inventario del patrimonio, nonché di accertare l’esistenza e la consistenza dei rapporti e degli elementi patrimoniali attivi e passivi alla data di cessazione”.