11 settembre 2001 dieci anni dopo

"Ci aspettano tempi duri. Inutile negarlo. Da quando esiste, mai l'industria turistica aveva dovuto affrontare una situazione tanto drammatica". Iniziava così il commento a caldo dell'allora direttore responsabile di TTG, Paolo Audino, nei giorni successivi al disastro dell'11 settembre 2001. Passato lo shock, il mondo tutto si trovò a fare la conta dei danni e la filiera turistica capì che dopo le Torri Gemelle nulla sarebbe stato più come prima.

Le prime reazioni
Era chiaro sin da subito che un avvenimento di tale portata sarebbe stato uno spartiacque epocale, come l'invenzione della scrittura che traghettava l'umanità dalla preistoria verso la storia. Attraverso le colonne di TTG il mondo del turismo organizzato raccontava come si poteva ripartire. Molti gli ostacoli da superare, con i sempre amati Stati Uniti 'congelati' e la paura attentati che immobilizzava gli astri nascenti Mar Rosso e Medioriente. Ma gli attori del tour operating si allearono con i charteristi e il diktat fu uno solo: "Al lavoro per evitare la psicosi". E così, dopo il supporto immediato ai clienti fermi in terra americana, si provò a ridisegnare la mappa. Il Mediterraneo, dieci anni fa come oggi, tornava roccaforte del business, capace di infondere la necessaria sicurezza per ripartire. A fianco alle isole greche e spagnole, si avvicinarono anche i Caraibi e le crociere che avrebbero da lì iniziato l'escalation sui vacanzieri italici.

I nodi da risolvere
Ma per rimettersi in moto la macchina turistica doveva affrontare anche un grosso guaio che rispondeva al nome di annullamenti e penali. Tra clienti che non volevano più partire e contratti da rinegoziare con i vettori, i tour operator si ritrovarono con una buona parte del lavoro ancora da sbrigare. E le settimane e i mesi successivi non furono di certo meno complessi per le compagnie aeree. Le perdite per l'industria dell'aviazione schizzarono a 4,4 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti, mentre a Wall Street i titoli dei vettori a stelle e strisce viaggiavano con perdite a doppia cifra. A supporto del comparto il Governo Usa stanziò un pacchetto di aiuti da 15 miliardi di dollari e l'Unione europea investì fondi Ecofin per le compagnie del Vecchio Continente. Da Iata, invece, si rimboccarono le maniche e accelerarono i tempi per aumentare le norme di sicurezza, dando il via alla rivoluzione del traffico aereo e, conseguentemente, del mondo del turismo.

SU TTG ITALIA NUMERO 64 DEL 12/11 4 PAGINE DEDICATE ALL'11 SETTEMBRE

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