Il commento del direttore
Remo Vangelista
Almeno 8 miliardi di entrate aggiuntive l’anno. Questo il valore del turismo delle radici così come lo ha calcolato Confcommercio. Per attirare i visitatori che hanno legami affettivi con il nostro Paese si sta muovendo anche la politica, come dimostra la proposta del Pd per il rilascio di un visto speciale di cinque anni per i discendenti degli italiani all’estero.
“L’obiettivo - spiega Fabio Porta, deputato del Pd eletto nella circoscrizione Estero (ripartizione America meridionale) - è favorire in particolare il rientro dei giovani. È un modo di venire in aiuto ai nostri connazionali che, in particolare in Venezuela, sono stati costretti a lasciare il Paese per non subire gli effetti della dittatura. Ma anche una misura per controbilanciare, almeno in parte, il calo demografico”. Un progetto a lungo termine che, come scrive La Repubblica, verrà preso in carico da una Commissione speciale a Montecitorio, e che si avvarrà della collaborazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero.
Il valore aggiunto
Come spiega Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo all’Università della Calabria, questo tipo di turisti è particolarmente prezioso per gli imprenditori perché “arrivano anche fuori stagione, vanno a visitare borghi che sono fuori dai circuiti turistici, sono estremamente fedeli, possono anche decidere di passare in Italia periodi molto lunghi, se sono pensionati o smart worker”.
Non ci sono ancora dati precisi, spiega La Repubblica, ma gli italiani all’estero rappresentano un ampio bacino cui attingere per questo tipo di turismo: un po’ più di 6 milioni gli iscritti all’Aire, 80 milioni i discendenti degli immigrati, 260 milioni gli “affini”, cioè coloro che si sentono legati all’Italia per ragioni di parentela anche lontana, o acquisita, e per ragioni culturali.
Per ora il Pnrr ha destinato ai progetti di turismo delle radici 20 milioni di euro. “Cleto, in Calabria - racconta Ferrari a La Repubblica - ha promosso un progetto diretto ai discendenti di italiani in Argentina e altri Paesi dell’America Latina. È stata coinvolta buona parte della comunità per l’offerta di case in affitto e altri servizi e per la promozione dei prodotti locali, dall’olio a quelli caseari”. I soggiorni si sono prolungati e in molti casi si sono formati legami affettivi duraturi.