Scenari di ripartenza:a tappe o in rimbalzo Due modelli su cui lavorare

Quando verrà la ripartenza, il sistema turismo dovrà farsi trovare pronto, immaginando alcuni possibili scenari e attrezzandosi per rispondere alle esigenze che si porteranno con sé. A proporre due possibili visioni del futuro è Giancarlo Dall’Ara, presidente Alberghi Diffusi, responsabile Chinese Friendly Italy e presidente Associazione Piccoli Musei, che con un occhio al turismo cinese ha cercato di tracciare un quadro credibile di cosa accadrà nel momento in cui le restrizioni si allenteranno.

“Si possono immaginare 2 scenari – dice a TTG Italia -. Uno che ho chiamato ‘In vacanza come a casa’ e l’altro che ho definito Rimbalzo’”.

Le ipotesi
Il primo scenario, costruito analizzando le prime vacanze cinesi post coronavirus, quelle di Qingming, dal 4 al 6 aprile scorso, vede una ripresa lenta, a tappe, con meno turisti diretti in luoghi meno distanti da casa, in sostanza raggiungibili in auto. Si immagina anche un maggior numero di viaggi fuori stagione, con una predilezione per luoghi meno affollati.

“Le vacanze di Qingming hanno evidenziato un calo di flussi del 61% rispetto all’anno precedente, con 43 milioni di viaggi tutti interni alla Cina, anzi, direi interni alle proprie province – spiega Dall’Ara -. C’è stato un minor utilizzo del treno e dell’aereo e invece un grande utilizzo dell’auto”.

Così, in questo scenario, anche l’Italia potrebbe vivere una ripresa lenta, con un inizio più legato alle escursioni in giornata, seguite da vacanze brevi e solo in seguito i classici soggiorni di più lunga durata.

Una visione alternativa è quella definita ‘Rimbalzo’, ossia una sorta di grande fuga con un boom di presenze in alcune località (boom non certo paragonabile a quello dei tempi normali, ma comunque sensibile). “In questo caso, più che la distanza delle destinazioni conterà la familiarità con esse: non sarà certo una ripresa dei viaggi di scoperta e si svilupperanno sensibilità nuove, legate alla salute all’igiene e alla sicurezza”.

In questo secondo scenario, però, fondamentale deve essere secondo Dall’Ara il ruolo delle istituzioni: “Il sistema turistico pubblico deve attrezzarsi: non ha grande importanza fare comunicazione, in questo momento, quanto piuttosto prevedere sistemi per limitare gli accessi, definendo un numero chiuso di turisti già prima della loro partenza, per poter garantire la sicurezza. La comunicazione, se tutto andrà bene, la faranno i turisti stessi, apprezzando l’organizzazione dei luoghi”.

Quale di questi scenari si realizzerà è un tema legato a molte variabili: “Dipende da quello che deciderà il Governo, innanzi tutto, e poi anche da quella che sarà l’offerta degli operatori e la capacità di gestire i flussi”.

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