Limite agli affitti brevi, Aigab insorge: "Chiediamo un confronto con il Governo"

“Chiediamo un tavolo di confronto sulla base di misurazione dei fenomeni, invece che un inutilmente punitivo”. AigabAssociazione Italiana Gestori Affitti Brevi prende posizione contro l’emendamento Pellicani al Dl Aiuti, approvato pochi giorni fa in seduta notturna, che attribuisce ai singoli Comuni la facoltà di porre un limite numerico alle autorizzazioni alla locazione che comunque avrebbero un termine temporale e porre un limite massimo ai giorni in cui sia possibile locare.

Una reazione miope
Per l’Associazione nazionale fondata dai big player del mercato italiano “il trend del turismo in appartamento è un trend mondiale e limitarlo è un modo miope di reagire a un fenomeno importante, che genera posti di lavoro qualificati (architetti, customer service, booking, revenue manager, informatici che sviluppano tecnologia), attira investimenti immobiliari, presenze turistiche e viaggi per studio, crea indotto diretto e indiretto”.

Gli affitti brevi, continua l’associazione, sono uno strumento previsto dal Codice civile che consente ai proprietari di affittare i propri immobili per poche notti. “Mettere un limite al diritto di proprietà di milioni di italiani non ha nulla a che fare con lo spopolamento dei centri storici - sostiene Aigab -. Secondo i dati Istat ci sono solo due città italiane a demografia positiva, Milano e Bologna, e guarda caso sono città vive, in cui si lavora, si studia, si arriva per eventi di vario genere, ci si ferma per periodi brevi o lunghi perché offrono ambienti accoglienti e stimolanti. Forse i sindaci di città da cui i vecchi residenti scappano dovrebbero interrogarsi in modo più profondo sulle motivazioni della fuga, soprattutto dei giovani, invece di banalizzare imputando la questione all'arrivo di turisti che soggiornano poche notti”.

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