Thomas Cook e l'Unione europea

Con la Risoluzione n. 2019/2854 del Parlamento europeo del 24 ottobre 2019 sull'impatto del fallimento di Thomas Cook sul turismo europeo, l'Unione europea ha preso atto ufficialmente che tale evento sta producendo gravi effetti negativi sull'economia, sul libero mercato interno dell'Ue, sull'occupazione, sulla fiducia dei consumatori e sulla libera circolazione delle persone in tutta l'Unione e non solo.

In particolare è interessante come l'organo legislativo comunitario si sia spinto a censurare nel merito il gruppo sino a indicare le cause specifiche del fallimento: non aver modificato il proprio modello commerciale e non aver innovato per essere in grado di competere nell'economia digitale. Come è noto, tuttavia, il Parlamento europeo non ha dei strumenti diretti per intervenire a sostegno dei creditori (lavoratori fornitori e consumatori), a maggior ragione dato che l'Ue ha una competenza nel settore del turismo limitata a sostenere e completare l'azione degli Stati membri, in capo ai quali permane la responsabilità primaria.

Ciò nonostante, vale la pena evidenziare che il Parlamento europeo ha indicato al Consiglio e quindi agli Stati membri, due linee guida, fra le altre, assai significative per il futuro assetto del turismo in Europa per migliorare la competitività del settore al fine di garantire che il vecchio continente mantenga la sua posizione di principale destinazione turistica a livello mondiale.

La prima è più specifica e riguarda i vettori aerei: viene ribadita la necessità di istituire meccanismi obbligatori di protezione dei passeggeri per garantire una protezione in caso di insolvenza o fallimento, mediante la creazione di un fondo di garanzia o di contratti di assicurazione da parte delle compagnie aeree, per coprire assistenza, rimborso, risarcimento e riprotezione dei passeggeri, come già è d'obbligo per gli agenti di viaggio. Tale misura tiene conto che Thomas Cook gestiva anche compagnie aeree in 16 paesi servendo 19 milioni di passeggeri all'anno.

A tale richiesta concreta, che dovrebbe essere inserita nella prossima Carta dei diritti del passeggero, si aggiunge un'istanza di più ampio respiro, ma di un impatto che potrebbe essere assai dirompente. Infatti, preso atto che l'attuale impianto legislativo dell'Ue prevede che, solo ed esclusivamente in ultima istanza, gli Stati membri possano allestire misure di aiuto di Stato in grado di attenuare l'impatto economico negativo su imprese, città, regioni e destinazioni, il Parlamento europeo insiste a che siano ormai maturi i tempi di un aiuto finanziario diretto da parte dell'Ue alle imprese del turismo, in particolare le pmi, mediante l'introduzione di una dotazione specifica per il turismo nel bilancio pluriennale dell'UE per il periodo 2021-2027.

Chissà che il fallimento di Thomas Cook riuscirà finalmente a smuovere le ultime perplessità degli Stati membri e del Consiglio ad accogliere quest'ultima proposta, considerando che vi è una fortissima richiesta, da parte dell'industria del turismo, di un maggiore coordinamento e di una chiara politica dell'Ue in materia di turismo, però perseguibile solo se accompagnata da un adeguato sostegno di bilancio.   

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