Uappala Hotelse Thomas Cook, accordo per i Club

Una realtà italiana al 100 per cento, ma con una forte vocazione internazionale che l’ha portata al suo ultimo passo: la partnership commerciale con Thomas Cook. Uappala Hotels cresce, e lo fa in controtendenza rispetto ai competitor. In un momento in cui, infatti, gran parte dei player dell’albergatoria procede a grandi passi sulla strada della dismissione degli asset immobiliari, il gruppo livornese percorre una via inversa: quella delle acquisizioni.

Sei strutture di proprietà
"Entro quest’anno - anticipa il presidente Mirco Peiani (nella foto) - su 20 strutture arriveremo ad averne sei di proprietà rispetto alle tre attuali”. Ed è proprio per una di queste, il Toscana Charme Resort di Tirrenia, che Uappala ha firmato una partnership con Thomas Cook: “Il club - spiega il presidente - sarà di nostra proprietà a partire da marzo 2019 ed entrerà a far parte del brand Sentido Hotels & Resorts di Thomas Cook”.

Il contratto previsto è quello del vuoto per pieno: “L’80% degli allotment sarà internazionale e la struttura resterà aperta tutto l’anno, fornendo i servizi di un 4 stelle superiore con particolare attenzione all’offerta gastronomica, declinata in due ristoranti: uno a buffet e uno à la carte”.

A questa partnership con il tour operator britannico ne seguirà un’altra per una struttura in Sardegna, il cui nome non è ancora noto, per poi arrivare a quattro contratti di questo tipo entro il 2020.

Germania primo mercato
Quella dell’internazionalizzazione della clientela, in realtà, è una strada non nuova a Uappala Hotels, soprattutto per le strutture di Marche, Emilia Romagna e Toscana: “In queste regioni - spiega il presidente - il mercato straniero rappresenta ormai l’86% della nostra clientela”. Un’inversione di tendenza, rispetto al passato, che presto interesserà anche il prodotto Club: “Se fino a qualche tempo fa nei nostri villaggi il 90% di ospiti era italiano, per il 2019 valutiamo che questa componente scenderà al 50%, a tutto vantaggio dei mercati tedesco, inglese, olandese e francese”.

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