Alberghi italiani: cosa fare con i clienti con il nuovo decreto

La situazione è fluida e le regole cambiano tutti i giorni. Per chi è in prima fila nell’accoglienza ai turisti, non è sempre facile verificare cosa si può fare e cosa no e come è necessario comportarsi con le normative.

Per questo, Federalberghi ha inviato ieri una circolare ai suoi iscritti attraverso la quale cerca di interpretare e spiegare le nuove norme, che a partire dal 10 marzo ripropongono in tutta Italia quanto già applicato nelle zone che fino al giorno prima era messe in maggiore stato di emergenza.

I viaggi e i doveri dell’albergatore
Secondo Federalberghi, a parte i turisti stranieri che dovranno raggiungere gli aeroporti per rientrare a casa e limitare i loro spostamenti, nel caso si trattengano in Italia, da come è formulato, il decreto non esclude l’arrivo in hotel di clienti in viaggio per lavoro. In quel caso, non spetta all’albergatore verificare i famosi ‘comprovati motivi’ che hanno portato il cliente fino all’hotel.

La ristorazione
Per quanto riguarda l’attività di somministrazione di bevande e alimenti (bar e ristoranti interni all’hotel), il dipartimento della Protezione Civile ha comunicato che le strutture ricettive possono svolgere queste attività anche nella fascia oraria dalle ore 18:00 alle ore 6:00, esclusivamente in favore dei propri clienti e nel rispetto di tutte le precauzioni di sicurezza previste dal decreto.

Le strutture ricettive, inoltre, possono adottare le modalità di consegna a domicilio, ossia farsi consegnare cibi e bevande: questo è valido nel caso in cui una struttura ricettiva priva di ristorante, che abitualmente fornisca il servizio avvalendosi di un ristorante esterno convenzionato, debba far fronte alle esigenze connesse alla chiusura serale del ristorante stesso.

I centri benessere
Il decreto inoltre sospende le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali.

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