Il prodotto giustoCome sfruttare i dati per vendere il turismo

Quanto conteranno i dati nel turismo del futuro? Tanto, anzi tantissimo.

Non tanto i numeri in sé, quanto il poterne disporre e il saperli interpretare: perché solo così si può produrre il tesoro più prezioso, le previsioni. Eppure, rimarca Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm, “nel 2020 in Europa ci saranno 800mila posti di lavoro vacanti nel campo dei data, perché non ci sono persone preparate”.

Di conseguenza, prosegue il manager, “l'Italia deve correre per formare personale in questo settore”.

Sviluppare e mettere a disposizione dati pubblici e aggiornati è anche la proposta del tavolo di lavoro 'Innovazione tecnologica e digitale', guidato nel corso di Tourism Act da Maria Grazia Mattei, direttrice di Meet The Media Guru. Secondo il manager, tra l'altro, “occorre sostenere progetti che mettono in rete domanda, offerta e grandi operatori”.

Un invito raccolto da Fabio Lazzerini proprio nel corso della sua prima uscita in qualità di consigliere delegato di Enit. Elencando le due priorità dell'agenzia di promozione turistica italiana, Lazzerini ha spiegato che una consiste nel “dare dati: prima di mettere insieme il prodotto dobbiamo capire cosa vogliono i turisti, ricorrendo all'Osservatorio Nazionale del Turismo”.

Registrare, monitorare costantemente, quindi interpretare: la formula è semplice, il risultato anche, capire cosa vendere a chi. È trovare professionisti in grado di farlo che sembra difficile.

Oriana Davini

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