Torino e il Piemonte chiamano Enit: “Dobbiamo fare squadra”

Torino e il Piemonte sentono la necessità di fare squadra con il sistema Paese.

Dopo il successo del 2015, con 3 milioni e 500 mila presenze in città, "dobbiamo ragionare sul turismo come fattore portante dell'economia locale, e quindi strutturarci per rafforzare e sostenere il settore" dice Maurizio Montagnese, presidente di Turismo Torino e provincia.

Per questo Turismo Torino ha fortemente voluto l'incontro 'Turismo oggi e domani', che ha visto seduti allo stesso tavolo Città di Torino, con il sindaco Piero Fassino, la Regione Piemonte, con l'assessore al Turismo Antonella Parigi, i vertici di Turismo Torino e quelli di Enit, con la presidente Evelina Christillin e il direttore Gianni Bastianelli e i privati, rappresentati da Gabriele Burgio, presidente di Alpitour. L'obiettivo della giornata è stato quello di creare un forte link fra le strategie nazionali e quelle del territorio piemontese e soprattutto di Torino, meta emergente del 2016 a livello mondiale.

"Torino ha un nuovo profilo, è diventata una città turistica. Bene, dobbiamo strutturarla". È molto concreto il sindaco di Torino Piero Fassino su come dovrà proseguire la storia della città con il turismo. "Servono servizi, da quelli base come la segnaletica bilingue allo stazionamento dei bus fino a creare un rapporto equilibrato fra l'offerta culturale e le altre offerte". Secondo Fassino, la città deve lavorare sui target: dalla spiritualità ai congressi al turismo sportivo. "I collegamenti ci sono - dice -. La città è ben connessa, attraverso il tanto bistrattato aeroporto, con tutti i principali hub europei. Ora c'è da lavorare".

Con promozione e marketing, anche. "Su questo ci aspettiamo molto da Enit - dice Fassino -. Nella promozione è bene ricordare che esistono anche città come Torino, non solo i grandissimi attrattori come Roma, Firenze e Venezia. L'Italia è di più".

Anche il Piemonte è di più. Prende la palla al balzo Antonella Parigi, che invita “Torino ad aprirsi al territorio, perché da soli non si fa nulla”, rilanciando la questione del referendum costituzionale, che riporterà il turismo ad essere materia condivisa fra Stato e Regioni. “Io sono molto favorevole a questa riforma – dice Parigi -. Bisogna muoversi a livello italiano per essere competitivi, così come sul territorio bisogna muoversi insieme, anche per poter avere più risorse. Perché il turismo ha bisogno di investimenti”.

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