Cicloturismo protagonista dell'estate: previste 25,9 milioni di presenze

Sicurezza, salute, distanziamento, corto raggio. Sono i tratti distintivi della ‘Low Touch Economy’ espressi dal cicloturismo, una forma di esplorazione del territorio dalla quale può ripartire l’incoming del dopo-Covid. Nel 2019, in base al secondo rapporto sul Cicloturismo in Italia realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente, sono stati stimati 20,5 milioni di pernottamenti di cicloturisti italiani; una cifra che, quest’anno, potrebbe arrivare a raggiungere i 25,9 milioni di presenze (+26% sullo scorso anno), considerando anche i brevi soggiorni autunnali di due o tre giorni.

Un settore dalle grandi potenzialità
“Nell’attuale situazione di crisi determinata dall’emergenza Covid - dichiara Roberto Di Vincenzo, presidente di Isnart - occorre ricercare anche prospettive di opportunità e lo sviluppo del cicloturismo è sicuramente tra queste”.

Nel 2019 il cicloturismo - comprendendo turisti italiani e stranieri - ha generato quasi 55 milioni di pernottamenti, corrispondenti al 6,1% del totale e generando una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro, pari al 5,6% del totale, di cui 3 miliardi generati dalla componente internazionali dei turisti.

Turismo di prossimità
I cicloturisti in Lombardia ed Emilia Romagna prediligono destinazioni di prossimità, mentre veneti e toscani arrivano a spingersi a Sud raggiungendo Sicilia e Calabria. Il Trentino Alto Adige è la regione che da sola intercetta la fetta più consistente (30% del totale) dell’intero flusso. Vanta 16 milioni di pernottamenti di cicloturisti (15% del movimento turistico globale), con 73 euro di spesa giornaliera pro capite. Tutto ciò si traduce in 1,1 miliardi di euro di spesa cicloturistica complessiva annua.

Nord-Est protagonista
Il Trentino, insieme a un Nord-Est allargato a Lombardia ed Emilia-Romagna, vede transitare quasi il 70% del movimento cicloturistico complessivo. Vi è poi anche un’apprezzabile area meridionale, costituita da Puglia, Calabria e Sicilia e Sardegna, che ne è interessata con volumi non trascurabili, mostrando un’attrattività a prescindere dalla disponibilità di piste ciclabili attrezzate e servizi accessori.

“È quindi molto importante - spiega Di Vincenzo - introdurre incentivi alla smart mobility e agli acquisti di mezzi di mobilità alternativa che tanto più saranno diffusi anche in modalità cittadina, tanto più estenderanno il loro impatto positivo su un segmento del comparto turistico ad alto potenziale di sviluppo, di grande interesse per i flussi internazionali e altamente qualificante per il Paese sotto i profili dell’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità”.

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