Previsioni Federalberghi: 27 milioni gli italiani in viaggio, ma crolla il fatturato

“I programmi degli italiani per l’estate 2020 mostrano le drammatiche conseguenze della pandemia. Solo il 46% farà una vacanza (con un calo di quasi il 20% rispetto al 2019), mentre la maggioranza (circa 32,5 milioni di persone, il 53,7% della popolazione) resterà a casa, principalmente a causa delle ristrettezze economiche, che costringono gli italiani a una drastica riduzione della spesa”. Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, analizza così il risultato dell’indagine previsionale sulle vacanze degli italiani, realizzata con il supporto tecnico dell’Istituto Acs Marketing Solutions.

“Dopo una primavera all’insegna del blocco totale – prosegue Bocca – l’estate stenta a ingranare la marcia, con segnali di ripartenza a dir poco timidi e rilevabili solo in una parte del mercato. Giugno è stato penalizzato dalle incertezze post-lockdown, luglio sta vedendo i primi movimenti degli italiani e degli stranieri, ma siamo ben lontani dai livelli degli anni passati. A complicare il quadro interviene il blocco totale di alcuni mercati che esprimono una importante capacità di spesa (americani, russi e cinesi)”.

Tra i dati dell’indagine, si legge su Hotelmag, emerge che, tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere la vacanza principale, l’albergo rimane la scelta privilegiata, con il 24,7% delle preferenze; seguono la casa di parenti o amici (22,1%), la casa di proprietà (15,4%) e il b&b (14,2%). Le strutture ricettive sono preferite rispetto ad altre sistemazioni, perché sono meglio attrezzate per fornire assistenza, perché garantiscono maggiore sicurezza e igiene degli ambienti e degli alimenti.

Il mare si conferma la meta preferita dagli italiani, seppur in flessione rispetto allo scorso anno (77% vs 71%), seguito dalla montagna (9,5%) e dalle località lacuali (5,4%). Disastroso il bilancio delle città d’arte e delle località termali, con un calo superiore al 70%.

“Le imprese continuano a soffrire e a lottare – conclude Bocca -, ma in assenza di interventi urgenti molte potrebbero non farcela. Ribadiamo dunque le misure che è indispensabile adottare se si vogliono salvare le imprese e i posti di lavoro: prorogare la cassa integrazione sino a fine anno, ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale e completare le misure sull’Imu e sugli affitti, da estendere nella durata e applicare a tutte le imprese alberghiere. Senza dimenticare che alla riapertura ci dovremo confrontare con un mercato internazionale ancor più competitivo, ed occorre quindi incentivare la riqualificazione delle strutture, approfittando di questo periodo in cui molte aziende sono purtroppo vuote”.

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