Inchiesta 'Report' Tutti i mali dell'Italia turistica

Un serbatoio tenuto a secco ma che potrebbe dare lavoro a mezzo milione di persone e produrre ricavi miliardari.

Il turismo italiano, con il suo enorme potenziale mai sfruttato, entra finalmente nell'orbita dei servizi pubblici televisivi d'inchiesta. Ieri 'Report' ha dedicato la puntata ai problemi dell'industria turistica del nostro Paese e all'incapacità di fare rendere le risorse, partendo dal presupposto che l'Italia è la meta più desiderata dal mondo, che il patrimonio storico, artistico e architettonico produce una ricchezza di 76 miliardi, che è in grado di offrire 100 delle 160 tipologie di turismo catalogate nel mondo.

La domanda, tra le tante, è: che cosa fare, quali iniziative intraprendere?
"Innanzitutto non restare fermi aspettando che arrivino i turisti - replica Josep Ejarque, consulente strategie turistiche -. Il turista non arriva più, devi andare a cercarlo sul web, se non sei fuori dal mercato. E su questo, noi in Italia siamo tanto indietro".

Poi il tema delle spese stanziate dalle amministrazioni per la promozione: qui Report punta il dito su dispersione, scarsa efficacia e poco coordinamento. "Le Regioni - interviene a questo proposito Renzo Iorio, presidente di Federturismo - spendono almeno 380 milioni, che è la parte bassa della forchetta, mentre quelle alte oscillano anche sui 450. Ma noi da anni sosteniamo che questo non può funzionare, se si considera che Spagna
e Francia, che hanno rese migliori delle nostre, spendono meno della metà".

Promozione in ordine sparso… "Sinora ognuno andava per conto proprio - afferma Gian Mario Spacca, presidente Regione Marche -, anzi siamo stati anche concorrenti".

Tema che porta dritto all'Enit, che, sottolinea il servizio, usa soltanto 3 dei 18 milioni a bilancio per la promozione vera e propria. "Da molti anni a questa parte non solo è ridotto il bilancio - difende il presidente Pier Luigi Celli -, ma è ridotto anche il numero delle persone di cui si dispone".

E ora che c'è anche un nuovo ministro del Turismo, l'Italia dovrebbe, per logica, iniziare a pensare a progetti nuovi.

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