Brexit, inbound a rischio: gli operatori britannici chiedono più tempo

Mentre poche ore dopo il trionfo elettorale il premier Boris Johnson annuncia tempi brevi per la Brexit, gli operatori del turismo organizzato chiedono più tempo. Ukinbound, associazione che rappresenta le aziende operanti nell’inbound, sta sollecitando il nuovo Governo ad allungare il periodo di transizione per tutelare le imprese del settore.

“Esortiamo il Governo a prendere in considerazione la possibilità di prorogare il periodo di transizione oltre il dicembre 2020 – ha dichiarato il ceo di Ukinbound, Joss Croft -, in modo che le imprese abbiano abbastanza tempo per prepararsi”.

I timori
Il timore, riporta TravelMole, è quello di un pesante rallentamento dei flussi e quindi della crescita. “Lo scorso anno l'industria ha generato 23 miliardi di sterline nell'economia del Regno Unito, ma per continuare a crescere dobbiamo avere accesso a tutto il mondo, confini senza attriti per i nostri visitatori e di promuovere il Regno Unito come una destinazione accogliente”, ha aggiunto Croft.

All’associazione si unisce anche Abta, che rappresenta la distribuzione britannica. "Il prossimo Governo - ha dichiarato l'associazione - ha un ruolo decisivo nel fornire gli strumenti per consentire al nostro settore di crescere, sia che si tratti di stabilire relazioni commerciali flessibili con l'Ue, che di fornire un regime fiscale che consenta all'industria di prosperare e dare un contributo sociale e finanziario positivo al Regno Unito”.

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