Le cinque tasse killerper le piccole imprese

Prendono il nome di Irap, addizionali Irpef comunale e regionale, Imu e Tasi le cinque tasse che, secondo Confartigianato, stanno strangolando le piccole imprese.

Calcolatrice alla mano, i ‘magnifici 5’ pesano complessivamente per 70 miliardi di euro l’anno sui conti delle aziende. Ma il dato più interessante è l’aumento: dal 2011 al 2014 questo tipo di prelievi è incrementato del 76,8 per cento, come rileva lo studio dell’associazione di categoria pubblicato in anteprima da lastampa.it.

Qualche cifra in più: se ogni piccola impresa paga ogni anno 11.164 euro di tasse locali l’anno, pari a 2.233 euro per addetto, per una azienda tipo con 5 dipendenti il conto passa dai 2.509 euro per addetto in Campania ai 1.643 euro della Valle d’Aosta.

Il record (in negativo) degli incrementi lo vincono a mani basse le addizionali Irpef, con un +31,7 per cento di aumento dal 2011 al 2014; ma la percentuale di incremento salta a un mostruoso +496,8 per cento se il confronto è tra lo scorso anno e il 1999.

La fetta più grossa in termini assoluti è invece appannaggio della contestatissima Irap, che frutta allo Stato ogni anno 30,5 miliardi di euro, ovvero il 43,2 per cento del totale. Seguono l’Imu, con il 20,4 miliardi, l’addizionale regionale Irpef con 11 miliardi, la Tasi con 4,6 miliardi e l’addizionale comunale Irpef con 4,2 miliardi.

La provincia più cara? Napoli, con 12.613 euro di prelievo medio. La più economica, invece, è Aosta, con 8.216 euro.

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