Voucher e rimborsi: le soluzioni degli altri Paesi

La questione dei voucher e rimborsi sui pacchetti viaggio non utilizzati dall'inizio della pandemia sta diventando un tema caldo in tanti stati europei. Destinati ad aiutare gli operatori ad evitare il fallimento, i buoni viaggio stanno gradualmente volgendo al termine, poiché la loro durata va dai 12 ai 18 mesi, e in diversi Paesi erano stati attivati già nel marzo 2020.

Gran parte dei voucher non è stata ancora utilizzata, ma dovranno essere rimborsati dalle agenzie ai clienti. "Occorre trovare soluzioni mentre la ripresa dei viaggi non è ancora avvenuta", fa presente Eric Drésin, segretario generale dell'Ectaa, che illustra il caso dell'Olanda. Secondo quanto riportato da lechotouristique.com, l'anno scorso, durante la pandemia, sono stati emessi, nei Paesi Bassi, circa 600 milioni di euro in note di credito valide per 12 mesi. Poi, con il protrarsi della crisi, è stato deciso di creare uno specifico fondo di garanzia patrimoniale di circa 400 milioni di euro.

Primo a essere messo in atto in Europa, lo 'Stichting Garantiefonds Reisgelden' consente alle aziende di rimborsare i consumatori, nell'impossibilità di offrire nuovi viaggi nell'attuale contesto ancora epidemico, e le agenzie hanno cinque anni a disposizione per fare i rimborsi. "Il fondo di garanzia olandese - puntualizza Drésin - è l'equivalente di un prestito garantito dallo Stato in cinque anni per le agenzie di viaggi, a particolari condizioni. L'aiuto del fondo è al massimo dell'80% dell'importo del capitale, e può essere richiesto solo dopo che è stato effettuato il rimborso al cliente". Anche il Portogallo starebbe lavorando a un dispositivo simile, così come il Belgio.

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