Egitto, il caos rimborsiScontro tra agenzie e t.o.

È scontro aperto tra agenti di viaggi e tour operator sul nodo dei rimborsi legati all'Egitto. Dopo gli annunci degli operatori, riportati dalle stesse aziende sui propri siti internet, il fronte della distribuzione ha iniziato ad alzare la voce, scatenando la polemica sugli effetti importi da corrispondere ai clienti.

Le agenzie di viaggi, negli ultimi giorni, si sono trovate strette tra due fuochi: da un lato i clienti che, dopo lo sconsiglio su tutto l’Egitto diramato dalla Farnesina, richiedevano il rimborso dell'intera somma versata come acconto del viaggio; dall'altro i tour operator, che in diversi casi hanno restituito le somme trattenendo però le quote relative ad alcune voci, come l'assicurazione e le spese di gestione pratica.

Lo scontro è dunque partito a colpi di comunicati stampa, che nelle ultime ore sono arrivati in redazione mettendo in scena una vera e propria 'guerra' tra i due fronti della filiera.

Tra le prime voci ad alzarsi, quella di Fiavet, che già nella serata di sabato scorso aveva sottolineato: "Nell'ipotesi in cui non si riesca a trovare un accordo sulla proposta sostitutiva, i tour operator saranno tenuti a restituire l'importo del pacchetto turistico".

Decisamente più battaglieri e meno concilianti i toni di Autotutela, che a poche ore di distanza ha ripreso con una nota la 'campagna' varata in precedenza attraverso il web. La dura nota dell'associazione parlava infatti di "prelievo forzoso", ritenuto non legittimo, a proposito delle somme trattenute dai tour operator.

Nella giornata di ieri è arrivata la replica del fronte opposto, quello dei tour operator. A farsi avanti è stata Astoi, che con una lunga nota ha messo in evidenza le ragioni degli operatori. "Tutti i principali tour operator stanno profondendo uno sforzo immane", sottolinea l'associazione. "Nonostante questo – aggiunge – la filiera non appare compatta". E prosegue. "Sembrano ignorati i rischi e il grande lavoro celati dietro l'attività dei tour operator". Astoi richiama gli impegni sottoscritti, denaro alla mano, dagli operatori con i fornitori locali e il conseguente impegno di personale per concludere gli accordi. "Questi costi – aggiunge – prescindono evidentemente dall'esecuzione del viaggio e vengono coperti da una voce che non riguarda i servizi prenotati, solitamente definita 'quota di iscrizione' o 'costo di gestione pratica'". In virtù di questo "appare molto semplice condividere – afferma ancora Astoi – che il rimborso al cliente non debba essere totale, quando una parte di lavoro è già stata fatta, su richiesta e a garanzia dei servizi prestati al cliente".

Non si è fatta attendere la controreplica di Autotuela: "Se il booking di un operatore riceve una prenotazione - ha affermato l'associazione in una nota diffusa oggi -, è perché un agente di viaggio ha già speso denaro ed energia per consolidarla". E sottolinea di non avere intenzione di cedere: "Proprio per il rispetto che portiamo ai clienti, avvisiamo che non accetteremo la demolizione delle tutele a favore dei clienti stabilite dal legislatore".

Nel tardo pomeriggio di ieri si è aggiunta poi la voce di Assoviaggi, che con una nota chiama l'articolo 42 comma 1 del Codice del Turismo e "appoggia le richieste da parte dei turisti di 'usufruire di un altro pacchetto turistico di qualità equivalente o superiore senza supplemento di prezzo o di un pacchetto turistico qualitativamente inferiore, previa restituzione della differenza di prezzo' oppure del rimborso, 'entro sette giorni lavorativi' dal momento della cancellazione del pacchetto, della 'somma di denaro già corrisposta'".

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