O'Leary: "Non vogliamo che Alitalia smetta di volare"

"Non vogliamo che Alitalia smetta di volare". Michael O'Leary indossa le vesti del salvatore e, riguardo alla manifestazione di interesse per la compagnia tricolore, mette in chiaro le sue buone intenzioni: "Non desideriamo che scompaia - spiega - e non intendiamo neppure acquisirla per assorbire il suo traffico e alimentare il nostro business, come invece sono sicuro farebbero altri vettori in gara". Il ceo irlandese vuole "salvare Alitalia e continuare a farla crescere in Italia".

Un cielo europeo dominato da "Air France, Lufthansa e British" non andrebbe proprio giù a O'Leary, che si augura il recupero di Alitalia, pur specificando che "Ryanair non potrà investire se questo rappresenterà un rischio per l'azienda". Il riferimento è alla necessaria opera di ristrutturazione che i commissari dovranno portare a termine per rendere la compagnia meritevole di una proposta d'acquisto, che comunque arriverà solo se sarà garantita una quota maggioritaria.

Il lavoro di revisione della triade Gubitosi-Laghi-Paleari dovrà essere profondo e dovrà tener conto, secondo O'Leary, degli errori commessi in passato.

Gli sbagli del passato
Primo errore tra tutti, secondo il ceo di Ryanair, l'essere sottostato alle politiche di Air France ed Ethiad e non aver investito sul lungo raggio. Secondo capitolo, i costi: a portare Alitalia al collasso sarebbero stati "i contratti di leasing per gli aerei - rileva il manager - e l'eccessivo numero di dipendenti".

O'Leary non nasconde di temere di rimanere imbrigliato in alcune dinamiche tipicamente italiane, su cui non sarà elastico. "Sono abituato a parlare con i rappresentanti dei lavoratori in altri Paesi - spiega -, ma non accetterei che i sindacati o un Governo mi dicessero come gestire la compagnia o mi ricattassero con gli scioperi".

Claudiana Di Cesare

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