Alitalia versione pubblicacon Fs e Poste, Eni e CdP

Si allunga l’elenco di aziende che potrebbe entrare ad arricchire il dossier Alitalia. Chi nella veste di cavaliere bianco, chi in quella più semplice di finanziatore o partner.

Fatto sta che ai nomi già noti di Ferrovie dello Stato, Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti ora si affiancano anche quelli di Eni e Boeing.

Stando a quanto si legge stamani sul Sole 24 Ore, infatti, ci sarebbe un dossier al momento al vaglio dei tecnici che individuerebbe diversi player nella cordata pubblica della nuova Alitalia: oltre al capofila Ferrovie dello Stato, le cui quote di partecipazione non sarebbero ancora state definite, nella newco comparirebbero infatti anche Poste ed Eni.

CdP potrebbe giocare un ruolo come finanziatore della flotta, mentre contatti sarebbero in corso tra i tecnici del Governo, a cui spetta l’ultima parola sul progetto di rilancio, e l’americana Boeing.

Le offerte di acquisto
Sul piatto restano ancora le manifestazioni d’interesse formulate ormai da diversi mesi da Lufthansa, easyJet e WizzAir, ma il bando di vendita scadrà a fine ottobre ed entro quella data il Governo italiano dovrà stabilire se cedere la compagnia oppure valutarne il rilancio in altra forma. nei giorni scorsi aveva anche preso piede l'ipotesi che i cinesi di Air China potessero scendere in campo come attori risolutivi, soluzione tra l'altro appoggiata dall'ala leghista del Governo.

Ieri il ministro alle Infrastrtuure e ai Trasporti Danilo Toninelli ha confermato quanto aveva già dichiarato nei giorni scorsi l’a.d. delle Fs, Gianfranco Battisti, in merito all’importanza strategica dell’azienda ferroviaria per il vettore aereo. Ma non si è sbilanciato sul ruolo che le Fs andranno a giocare nella partita.

La scaletta dei tempi
Intanto, il termine del bando di cessione si avvicina e con esso anche quello di deadline per la restituzione del prestito ponte da 900 milioni di euro proveniente dall’Ue.

Per dare vita a una newco si possono prevedere la firma costitutiva entro l’anno, si legge su Repubblica, e il closing, previo ok dell’Antitrust, entro altri sei mesi. Solo da metà 2019, allora, si potrà ipotizzare l’ingresso in Az della cordata pubblica.

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