Alitalia, la resa dei conti: Toto esce allo scoperto

Il Gruppo Toto passa improvvisamente in pole position per Alitalia. Almeno è questa la sensazione dopo gli ultimi giorni di incontri, dichiarazioni, rumors intorno al futuro della compagnia aerea, alle prese con una situazione sempre più complicata: scontri a livello di Governo, nuovi soggetti che si affacciamo improvvisamente sulla scena e altri che sembrano essere accantonati.

La famiglia Toto, quindi, fa sul serio e punta a giocare un ruolo di primo piano proponendosi come partner industriale e andare a coprire il buco del 40 per cento mancante per completare l’assetto azionario con Delta, Fs e Governo. Magari lasciando ancora qualche spazio in più alle Ferrovie, come ha chiesto il vicepremier Luigi Di Maio all’amministratore delegato Gianfranco Battisti, e incassando, scrive Il Sole 24 Ore di oggi, anche il via libera di Delta, che inizialmente avrebbe osteggiato sia la loro proposta sia quella del presidente della Lazio Claudio Lotito.

La lettera
E per dimostrare di fare sul serio spunta anche una lettera che il gruppo ha inviato al Messaggero a firma del direttore affari istituzionali, comunicazione e marketing Toto Holding, Pasquale Galante, per fare chiarezza sulla posizione dell’azienda e per sfatare “alcune strane leggende che vale la pena di chiarire”, si legge nella missiva. “Il Gruppo Toto che nel passato, è stato, con AirOne, la prima società a fare concorrenza alla compagnia di bandiera, è oggi un gruppo sano, con oltre 500 milioni di euro di ricavi e 1.300 dipendenti” viene messo subito in chiaro, quale punto fondamentale per spiegare, e garantire, la volontà di investire in Alitalia.

La vicenda AirOne
Poi nella lettera viene ripercorsa tutta la vicenda di AirOne, ricordando che “senza l’apporto della nuova flotta AirOne con opzioni di acquisto di altri 90 aerei, la nuova Alitalia-Cai non avrebbe potuto disporre di aerei adeguati. Il valore degli aerei acquistati e opzionati era pari a 12,8 miliardi di dollari (8,3 per il lungo raggio e 4,5 per il corto raggio)”. E poi l’affondo: “Se AirOne non avesse offerto le giuste garanzie in termini economici e di affidabilità, avrebbe mai avuto la possibilità di firmare un contratto così alto con un colosso come Airbus? La risposta è ovviamente no”.

Debiti con Anas e New Livingston
Secondo punto che il Gruppo Toto chiarisce è quello dei debiti con Anas, inesistenti secondo quanto scritto in quanto non di pertinenza di Anas. Infine la questione New Livington, l’avventura portata avanti da Riccardo Toto per due anni fino al 2014: “Quando fu chiusa e omologata la procedura di Concordato – conclude la lettera -, la società aveva un passivo di 34 milioni di euro di cui oltre la metà pagato con finanza esterna. 34 (sic!) e non le cifre infinitamente più alte riportate dai media. Basta leggere il piano depositato dal commissario e sottoscritto dai creditori per verificare”.

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