Pavan Sukhdev e la nuova Eco-nomia del turismo

In un momento di innegabile ‘liquidità’ del mondo del tour operating, dove vecchio e nuovo si avvicendano con fortune alterne, non sarà certo la notizia che il WWF Italia si adopererà nella pacchettizzazione di viaggi a preoccupare un comparto ormai ben corazzato contro gli urti della competizione.

Ciò che invece andrebbe valutato con attenzione è quanto dichiarato dal 57enne neopresidente WWF International, Pavan Sukhdev, già economista e banchiere, in una recentissima intervista all’agenzia France Presse, poi ripresa da Sciences et Avenir. Perché la sua è una visione che ben poco ha a che fare con il vile denaro cui, alla luce del suo trascorso professionale, lo si penserebbe votato.

“Il fatto che per sopravvivere io debba respirare – ha dichiarato in apertura di intervista – non significa che respirare sia il mio obiettivo di vita. Lo stesso vale per le aziende: il fatto che debbano fare profitto per sopravvivere non significa che questa sia la loro unica missione; il profitto è solo una parte del meccanismo su cui si basa l’attività imprenditoriale”.

La sua linea di pensiero si fonda sul fatto che se producendo una vettura si rende felice il fabbricante – che fa utile - e la persona che di quella vettura ha necessità, è altrettanto certo che si renderanno infelici molti altri soggetti che soffriranno per l’inquinamento dell’aria o che subiranno pesantemente le conseguenze del cambiamento climatico. “Chi fa impresa oggi – dice – non può più permettersi di trascurare gli effetti collaterali del proprio operato”.  Dopo anni trascorsi a dirigere banche ma reduce dalla direzione di Onu Environment cui si è dedicato per assecondare un’atavica vocazione ecologistica, l’economista indiano difende strenuamente il valore del ‘capitale naturale’ che, come sappiamo, è anche capitale turistico.

Dunque, più che curarsi della competizione sul fronte del prodotto, sarà importante osservare se e come l’articolazione italiana del Fondo seguirà i precetti del presidente, per il quale limitare i danni fatti al pianeta sarebbe ormai per tutti “un imperativo morale ed economico”.

Se ciò avverrà, ci sarà – per chi vorrà - una nuova buona prassi da emulare. Contribuendo così a ridurre quella che Pavan Sukhdev chiama ‘erosione della biodiversità’, che peraltro ha un costo stimato tra i 1350 e i 3100 miliardi di euro l’anno. “Un problema – dice – forse non ancora ben chiaro a tutti”.

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