Prove di resilienza al coronavirus (e qualche consiglio di buon senso)

È questa la più grande emergenza medica (e mediatica) del secolo, c’è poco da fare. In più, colpisce con particolare violenza il nostro settore, che vive di mobilità e frontiere aperte. Però, siccome siamo per natura resilienti (cioè “capaci di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici”), vediamo cosa possono fare alcuni attori della filiera, per uscire da questa crisi.

“Senza dover sminuire la situazione attuale e senza dover parlare da esperti virologi quali non siamo, il nostro consiglio è continuare a vivere normalmente e programmare le cose belle che ci danno la spinta e un motivo per lavorare ... per esempio le nostre vacanze!” scrive saggiamente su Facebook l’agenzia Promesse Viaggi in provincia di Roma. Compito delle agenzie di viaggi è garantire assistenza, disponibilità e conoscenze tecniche ai propri clienti, che prima o poi torneranno a viaggiare, e faranno meglio a fidarsi di professionisti, che di chat e forum sulla rete.

Diversi Paesi hanno sospeso o limitato i collegamenti con l’Italia, quindi per un po’ non arriveranno israeliani o turchi da noi, né manderemo italiani a Gerusalemme o a Istanbul. Anche andare e venire dagli Usa diventa più difficile. Ai tour operator non resta che cancellare le destinazioni non più vendibili, congelare i contratti con fornitori e partner, concentrarsi su quei prodotti (il Mediterraneo, ad esempio) dove si stima di poter continuare a viaggiare. Con qualche rimpianto, ma inevitabile, come dichiara Danilo Curzi di Idee per Viaggiare.

Innegabile è l’emergenza di chi si occupa di incoming, perché la perdita di intere programmazioni da Cina o da alcuni Paesi europei è un danno non da poco. Siccome le vacanze estive di molti italiani saranno in Italia, anziché all’estero, converrà che chi fa incoming sposti il proprio target da internazionale a domestico. Quando l’emergenza sarà rientrata, avremo tutti voglia di andare in vacanza, più di prima, e apprezzeremo come non mai il Bel Paese: si attivi per tempo, quindi, chi accoglie ospiti sulle Dolomiti o in Costiera amalfitana.

A chi gestisce villaggi turistici o crociere si pone infine la sfida più interessante: quale luogo di aggregazione è più sicuro, una volta “messo in sicurezza”, di un resort o di una nave?! Le catene alberghiere e le compagnie di crociere dovrebbero mettere la parola “sicurezza” in tutte le proprie promozioni, d’ora in poi: ambienti igienicamente perfetti, alimenti perfettamente tracciati, equipe mediche di prim’ordine a disposizione in loco/a bordo. E magari portare a esempio di affidabilità e dedizione alla causa quello che pare essere l’unico eroe italiano, medici a parte, di questa epidemia: il comandante italiano Gennaro Arma, sbarcato per ultimo dalla Diamond Princess.

Eravamo rimasti al pavido Schettino, ci ritroviamo con l’eroico Arma: almeno una cosa buona, ‘sto virus, ce l’ha portata.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana