Cosa succede a leggere il turismo in chiave geopolitica, dall’Ucraina al Messico

Avvertenza: questo articolo tratta di geopolitica, di conflitti tra nazioni e della trappola di Tucidide. E delle conseguenze che tutto questo ha (anche) sul turismo. Chi avesse pazienza e arrivasse fino in fondo saprà qualcosa in più del mondo.

“La geopolitica analizza conflitti di potere in spazi determinati, coinvolgendo competenze e discipline diverse: dalla storia alla geografia, dall’antropologia all’economia” dixit il prof. Lucio Caracciolo, editore di “Limes” e ormai volto familiare del salotto serale della Gruber su La 7. “Non è scienza: non possiede leggi, non dispone di facoltà predittive. Le analisi geopolitiche hanno carattere contrastivo, giacché mettono a confronto punti di vista in competizione e non affermano la verità di uno rispetto all’altro”.

Le seguenti affermazioni sono quindi opinabili, ma fondate:

-l’Europa non è più - dal crollo dell’Impero Britannico e dalla fine della seconda guerra mondiale - il centro del mondo, primato che aveva detenuto per due millenni
-gli USA sono stati la potenza dominante della seconda metà del XX secolo, hanno vinto la Guerra Fredda e quindi - con il crollo del Muro di Berlino - ricacciato la minaccia comunista dell’URSS
-al posto della Fine della Storia (preconizzata da Francis Fukuyama) la globalizzazione ha prodotto un nuovo competitor per il primato USA: la Cina, grazie a Deng Xiaoping e del suo “Arricchitevi!”, che dal 1979 l’avrebbe trasformata nella fabbrica del mondo
-l’Ucraina non sarà il detonatore della terza guerra mondiale perché l’Europa non è più strategica e perché il confronto tra USA e Cina si gioca sul Pacifico, ovvero dall’altra parte del globo
-se a far degenerare il conflitto sarà Taiwan, ci vorranno almeno altri due anni, visto che Joe Biden e Xi Jinping (Bali, novembre 2022) hanno concordato di non usare armi nucleari, né in Ucraina né altrove, e si sono lasciati con una stretta di mano.

Incombe però la “trappola di Tucidide”: il grande storico attribuiva lo scoppio della guerra fra Atene e Sparta, nel V secolo avanti Cristo, alla crescita della potenza ateniese, e alla paura che tale crescita ingenerò nella rivale Sparta. Anche oggi viviamo una fase storica nella quale una potenza a lungo dominante (gli Stati Uniti) deve fronteggiare una potenza emergente (la Cina), quindi Sparta (ovvero gli USA) potrebbe davvero scatenare il conflitto contro Atene (la Cina)? Venticinque secoli fa finì non bene per entrambi...

Tenuto conto di quanto sopra, ecco cosa succede ad alcuni Stati/destinazioni turistiche nel mondo:
-se Ucraina, Russia e Bielorussia sono ovviamente da evitare come il fuoco, tutta l’Europa dell’Est (l’ex Patto di Varsavia, per semplificare) risulta ben poco attrattiva
-nel Mediterraneo, la Libia è nel caos e i Paesi del Maghreb (Tunisia in primis) sempre sull’orlo di qualcosa...
-in Medio Oriente, Iran, Iraq e Afghanistan sono mete solo per i coraggiosi (o per gli incoscienti)
-in Estremo Oriente, Taiwan non è una destinazione turistica e Hong Kong non lo è più come prima; la Cina ha riaperto al turismo ma - causa Covid - non è in cima ai pensieri di noi europei; la situazione in Myanmar (ex Birmania) è tragica e anche l’India, della quale si parla poco, non vive il suo periodo più sereno
-in Africa, il Sahel (ovvero la fascia di territorio subsahariano che va dall’Oceano Atlantico a ovest fino al Mar Rosso a est e al Corno d’Africa) è una polveriera
-nel continente americano, il Messico è alle prese con narcotraffico e clandestini ed è ormai uno dei Paesi più pericolosi al mondo; del Brasile abbiamo visto tutti le immagini di Brasilia.

Lo scenario è questo, quindi chiudiamo con le parole del prof. Alessandro Politi, direttore di NATO Defense College Foundation (che ha dettato molti degli assunti citati): “Il mondo è uno solo, non c’è ricambio, dovremmo collaborare tutti per salvarlo”.

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