Affitti brevi, nuove norme in Sicilia: per Aigab è tutto da rifare

“Si tratta di norme confuse e contraddittorie che creano ulteriore impasse in un mercato che potrebbe invece trainare l’industria del turismo dell’intera regione”. Queste le parole con cui Aigab-Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi boccia senza appello le nuove misure sugli affitti brevi in Sicilia approvate a giugno dalla Regione. Il Regolamento Attuativo della “Disciplina delle strutture turistico-ricettive” varata dalla Regione e contestato da Aigab chiede, fra le altre cose, di escludere le locazioni turistiche dalla categoria delle strutture ricettive. Peccato, però, che normativa regionale abbia erroneamente incluso le locazioni turistiche tra le strutture ricettive; le locazioni, infatti, rientrano nella sfera del diritto civile, riservata allo Stato, e la loro assimilazione alle strutture ricettive genera incoerenze normative a diversi livelli.

L’obbligo di dotare ogni camera sprovvista di bagno privato di un lavabo con acqua corrente calda e fredda non è, poi, applicabile alle locazioni turistiche proprio perché queste, non assimilabili alle strutture ricettive, rispondono a quanto prevedono i regolamenti comunali. Occorre anche escludere le locazioni turistiche dall’obbligo di dotazione di materassi ignifughi e, infine, per Aigab è illegittimo l’obbligo di presentare documentazione attestante l’assenza di impedimenti tecnico-amministrativi allo svolgimento dell’attività di locazione turistica. Nessun regolamento condominiale può infatti vietare l’attività di locazione turistica proprio perché non costituisce attività ricettiva e, pertanto, non può essere soggetta a limitazioni derivanti da accordi di natura privata, quali i regolamenti condominiali.

“Auspichiamo una maggiore concertazione - spiega Maurizio Giambalvo, delegato territoriale Aigab per la Sicilia - e chiediamo il ritiro tout court delle misure approvate a giugno, o quantomeno una loro revisione profonda con l’apertura di un tavolo di lavoro che parta dall’assunzione che la politica non può non farsi carico delle osservazioni costruttive delle associazioni di categoria, che rappresentano il settore produttivo su cui il legislatore ha normato”.

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