Il commento del direttore
Remo Vangelista
La Cina è in continua espansione, su tutti i fronti. Dal punto di vista aeronautico è destinata a diventare il primo mercato mondiale per voli interni, raddoppiando la sua flotta di velivoli in 20 anni. Dati che sono croce e la delizia dei principali produttori di aeroplani mondiali, come Boeing.
Un mercato in espansione è infatti un dato economicamente positivo, come sottolinea Hosteltur. La flotta commerciale cinese crescerà del 4,1% annuo, passando così da 4mila 345 a 9mila 740 aeromobili entro il 2043. “Come mostrano queste previsioni, le compagnie aeree cinesi vedranno una forte domanda, che richiederà un’ulteriore crescita delle loro flotte, sempre più moderne ed efficienti in termini di carburante”, ha dichiarato Darren Hulst, vicepresidente marketing di Boeing.
Il volume dei passeggeri crescerà proporzionalmente, attestandosi su una media del +5,9%, più alta di quella globale. Per tradurre questo in numeri, saranno oltre 8 mila i nuovi aerei destinati al mercato cinese nei prossimi 20 anni. Si comincia con 365 aerei regionali e 6720 aerei a fusoliera stretta con corridoio singolo. Il 75% dei nuovi ordini mondiali di questo segmento, sono quindi destinati al gigante asiatico.
A questi dobbiamo aggiungere 1575 aerei wide body, che ne faranno la più grande flotta al mondo, e 170 aerei cargo.
Ma tutti questi numeri positivi, preoccupano comunque i grandi produttori. Insieme al mercato, in Cina cresce infatti anche l’industria aeronautica nazionale, che si modernizza e si espande. Saranno ad esempio circa 430 mila i nuovi dipendenti da formare nei prossimi anni, per supportare i nuovi piloti, i tecnici di manutenzione e il personale di cabina. La possibilità che in tutto questo emerga anche un nuovo competitor produttore di aerei, spinge società come Boeing a rinsaldare i rapporti con Pechino. Boeing è il più grande cliente dell’industria manifatturiera aeronautica cinese, con oltre 10.000 aerei che volano con parti prodotte in Cina.
Infine le attività di Boeing contribuiscono con oltre 1,5 miliardi di dollari all’anno al sostegno diretto dell’economia cinese. r.s.