Il commento del direttore
Remo Vangelista
Solo un anno fa la sua situazione sembrava appesa a un filo. E invece ora Boeing sta correndo. Merito dell’esplosione di ordini che stanno arrivando da tutto il mondo. Non solo: Washington potrebbe anche investire nelle azioni del costruttore, così come fatto con Intel di recente. Del resto Boeing dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 21% in Borsa.
Secondo l’analisi di corriere.it si tratterebbe di un ‘effetto dazi’: in altre parole, invece che scoraggiare i compratori, le politiche di Trump avrebbero spinto gli ordini per ‘ingraziarsi’ Washington e ottenere trattamenti di favore sul fronte delle tasse doganali.
Gli ordini di Boeing nel 2025 sono arrivati a 685, superando di gran lunga i 405 di Airbus e rovesciando una situazione che sembrava vedere il costruttore europeo saldamente in testa.
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