Le grandi compagnie
puntano sui piccoli scali

La rivincita dei piccoli scali passa dal dinamismo delle grandi compagnie. Sembra essere questa le linea che caratterizzerà le principali novità dei collegamenti aerei per il 2026 da e per il nostro Paese. Il traffico aereo in Italia, d’altronde, è in costante crescita e quasi tutte le compagnie cercano di offrire nuovi voli dal nostro Paese soprattutto verso America e Asia. Saranno quindi le major, dopo anni di strapotere delle low cost, a vivacizzare il mercato dei viaggi del prossimo anno.

Fanno eccezione Sas, Lufthansa e British. Gli scandinavi si concentreranno, infatti, solo nel potenziamento dei collegamenti tra il Nord Europa e il Nord America, mentre Lufthansa punterà tutto su Francoforte e Monaco. Gli inglesi, invece, hanno annunciato una summer 2026 dagli aeroporti londinesi che potenzierà le rotte a lungo raggio, soprattutto verso le destinazioni più gettonate dai viaggiatori britannici.

I voli sugli Usa

Delta, United, Air Canada e Alaska Airlines faranno poi a gara per offrire all’Italia nuove tratte oltreoceano.

A sorpresa, però, a beneficiarne saranno soprattutto i cosiddetti scali minori come Olbia, Bari e Catania. Dal primo maggio Bari sarà infatti connessa a Newark da United, mentre dal 20 maggio Olbia con Delta conoscerà il primo volo intercontinentale dell’isola verso il Jfk. A giugno, invece, sarà Air Canada a portare i siciliani da Catania a Montreal. L’aeroporto di Bari vede inoltre crescere anche l’offerta low cost, con ad esempio il collegamento con Bristol di easyJet e con Lille grazie a Volotea, o il raddoppio delle frequenze su New York di Neos.

Ma è tutto l’asse pugliese a crescere, con Tui Netherlands che, dopo il Belgio, collegherà Brindisi con Amsterdam. Molte novità anche per l’aeroporto ‘Federico Fellini’ di Rimini e quello di Pisa, mentre Trapani potrebbe aver trovato una via di sviluppo importante, dopo che Ryanair ha annunciato lo spostamento di ben 2 aeromobili e 11 nuove rotte. D’altronde l’aveva annunciato Alexander d’Orsogna, direttore generale dell’Enac: “Il modello italiano di aeroporti diffusi sul territorio nel passato è stato un elemento di criticità. Oggi è invece diventato un elemento di crescita”.

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