Overtourism,
Escarrer: “A noi
tutta la colpa”

“Il turismo non può continuare a essere il capro espiatorio dei problemi strutturali. Dev’essere parte della soluzione. Perché lo è”. Gabriel Escarrer, presidente e ceo di Meliá, non ci sta: non si può attribuire tutta la colpa dell’overtourism ai player di settore. E il suo è un discorso che va oltre la situazione spagnola, perché il problema del sovraffollamento riguarda ormai gran parte delle mete europee turisticamente mature.

Anche quest’estate, dunque, con l’aumento degli arrivi “le critiche al comparto si sono intensificate - sostiene Escarrer sulle colonne di Hosteltur -, spesso concentrandosi sul sovraffollamento, sulla pressione sugli alloggi o sulla perdita di qualità della vita in alcune destinazioni”. Un atteggiamento che ha come risultato una crescente erosione della reputazione del settore, anche se Escarrer non nega le sfide che l’industria turistica deve affrontare, come “la pressione sugli alloggi, la congestione in alcuni spazi pubblici e la necessità di una migliore regolamentazione urbana. Ma è ingiusto incolpare il turismo per problemi strutturali che richiedono politiche fiscali, sociali e abitative più ambiziose”.

Il ceo di Meliá sottolinea poi come il settore si stia trasformando seguendo un modello più sostenibile, digitalizzato e rigenerativo. “In Meliá - aggiunge - integriamo i criteri ESG nella nostra strategia aziendale da oltre un decennio. E crediamo fermamente che la sostenibilità non sia un’opzione, ma l’unica strada possibile”.

E interviene anche sul fenomeno delle staff house, sulle quali le strutture alberghiere europee stanno investendo: “Le aziende del settore - spiega - hanno iniziato ad acquistare, affittare o costruire alloggi per i propri dipendenti. Questo rappresenta senza dubbio uno sforzo da parte loro per orientarsi verso un modello turistico più equilibrato, equo e impegnato per tutelare le comunità locali”.

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