Un italiano su 4 vuole fare una vacanza entro fine febbraio

Arriva un piccolo segnale positivo per il turismo italiano. Secondo Swg, che ha sondato gli italiani per Confturismo-Confcommercio, si individuano due scenari, uno relativo a questi primi mesi dell’anno, l’altro per le vacanze estive.

Per quanto riguarda il periodo invernale, 1 italiano su 4 vorrebbe concedersi una pausa di massimo 3 giorni in Italia entro fine febbraio. Ma le prenotazioni riguardano una minima parte degli intervistati: il 72% non ha infatti ancora scelto né destinazione né viaggio.

Il secondo scenario è quello delle previsioni a più lunga scadenza, dove gli italiani sembrano puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, nel 28% dei casi, e di oltre 7 giorni tra luglio e settembre, per uno su due. Questo naturalmente a patto che l’epidemia torni davvero sotto controllo.

Sono sempre le località di mare ad attrarre di più per i progetti di vacanze, soprattutto se di maggiore durata, mentre per quelle più brevi le città d’arte, soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna, sono scelte dal 17% degli intervistati.

Buio profondo per le vacanze all’estero. Dalla primavera in poi interessano a 1 italiano su 4, ed esclusivamente in Europa, in particolare in Grecia.  

“Il 2020 si chiude con meno 78 milioni di arrivi e meno 240 milioni di presenze turistiche in Italia, ai quali va aggiunta l’ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andati all’estero – dice Luca Patané (nella foto), presidente Confturismo -. Le lancette dell’orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni. Eppure, non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c’è ben poco, ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund. Confturismo-Confcommercio ha presentato da tempo proposte a tutti i livelli ma, concretamente, non è accaduto nulla, neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017. È ora di consultarci, di considerare le nostre proposte, di investire sulle nostre imprese, altrimenti sarà il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze”.

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