Protocolli chiari e mobilità tra regioni: le richieste per far ripartire lo sci

Lamentano ancora “tante incertezze” gli operatori della montagna sulla possibile ripartenza della stagione sciistica il 18 gennaio. Mentre si attende di sapere se il Governo confermerà o rinvierà il via libera alla riapertura degli impianti, sulla base degli sviluppi del quadro epidemiologico, istituzioni locali e comprensori del Nord Italia chiedono maggiori certezze per prepararsi alla data fatidica, con protocolli strutturati per garantire la sicurezza negli impianti, e soprattutto con la garanzia che sia resa possibile la mobilità tra regioni.

“Ipotizziamo che il protocollo di sicurezza venga approvato dal Cts in tempo utile e che il Governo confermi la data di apertura per il 18 e non la rinvii, si potrebbe pensare di aprire, ma – spiega ad Ansa.it Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef, l’associazione che riunisce i funiviari – rimane l’incognita della mobilità tra regioni anche nei weekend”.

Valle d'Aosta e Trentino
I comprensori di Valle d’Aosta e Trentito Alto Adige, in particolare, dipendono molto dai flussi provenienti dalle altre regioni. In Valle d’Aosta, sottolinea Ferruccio Fournier, presidente dell’Associazione valdostana impianti a fune, “non possiamo permetterci di far girare gli impianti solo per gli sciatori della Valle d’Aosta”.  Impianti che “sono abbastanza pronti, la neve c’è, ma c’è il problema degli stagionali”, nonché “dell’organizzazione delle aziende”. Per poter aprire, sottolinea, “Abbiamo bisogno di saperlo una settimana prima”.

Piemonte
Anche dal Piemonte arrivano richieste di provvedimenti tempestivi. Il sindaco di Sauze d’Oulz, Mauro Meneguzzi, chiede “progettualità”. “Non possiamo accettare questo pantone di colorazioni, che variano a intervalli di pochi giorni: impedisce qualsiasi programmazione”, conclude.

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