Il commento del direttore
Remo Vangelista
Una nuova Venezia quella che prende forma a due anni di distanza dall’arrivo della pandemia. Da un lato, la città si prepara a ripartire con nuovi strumenti pensati per combattere definitivamente il problema dell’overtourism; dall’altro, è in corso una serrata campagna acquisti nell’hotellerie.
Mentre - sull’onda di quando accade in altre città d’arte italiane - sono diverse le piccole strutture che soccombono alla mancanza di turisti stranieri e al peso dei costi da sostenere, sarebbero attualmente almeno dodici gli alberghi a 5 stelle nel mirino dei grandi brand e dei big della finanza, riporta Corriere del Veneto.
Negli ultimi giorni, in particolare, sembra che il gruppo Accor sia in cerca di nuovi indirizzi nella Serenissima e che un paio di fondi internazionali siano in procinto di finalizzare contratti su altre strutture.
Verso un turismo di qualità
Tutto, nella Serenissima, sembra fare rotta su un turismo di alto profilo, attraverso un’offerta ricettiva sempre più uplevel, seppur prevalentemente in mano estera, e una decisa stretta sui flussi ‘mordi e fuggi’ e low budget.
La città si appresta, infatti, a introdurre l’ingresso a pagamento su prenotazione, proprio con l’obiettivo, ha spiegato di recente l’assessore al Turismo della città, Simone Venturini, “di scoraggiare il turismo di un giorno, il turismo mordi e fuggi, che arriva in un giorno e riparte nello stesso giorno, affaticando e stressando la città, e favorire invece un turismo più lento”.