Il mondo della finanzaa caccia di tour operator

Si è aperto il periodo di caccia grossa. Dopo una serie di stagioni all’insegna della preda piccola anche nel mondo dei tour operator stanno cambiando alcune cose.

Banche e fondi di investimento sono ormai dichiaratamente scesi nell’arena con il portafoglio gonfio, ma l’occhio vigile. Si cercano occasioni e si valutano asset interessanti, con un’evoluzione marcata verso l’operatore capace anche di fare l’albergatore o villaggista. Investire sì, ma con la prospettiva di performare bene già nel primo triennio.

Quando i conti non tornano
Così, tra incontri più o meno nascosti per l’Italia e dossier che passano di mano in mano, il vecchio tour operator sta tornando di moda.

Nelle scorse stagioni tante aziende hanno dovuto alzare bandiera bianca schiacciate dal peso dei debiti, dalle prospettive negative e da una gestione dei flussi di cassa non certo impeccabile.

I problemi di certe aree del mondo come Mar Rosso, Tunisia e Turchia hanno inoltre penalizzato alcuni t.o. esposti nel corto e medio raggio.

Per qualcuno c’è stato il salvataggio in extremis, vedi Swan Tour finita nella pancia di Alpitour, altri come Phone&Go non hanno retto il colpo e hanno dovuto chiudere. Valtur in crisi di vendite è invece finita in casa dell’imprenditore Andrea Bonomi, specialista nel rilanciare brand di rilievo. InViaggi ha vissuto un periodo difficile, con un rapido passaggio di quote negli ultimi mesi e ora lo storico presidente Renato Martellotti ha ceduto il timone.

La trattativa tra Settemari e Uvet
Discorso a parte merita Settemari di Mario Roci che da mesi ormai si vede con Luca Patanè per trovare un punto di intesa.

Roci, dopo aver abbandonato altre strade, ha capito che portare la sua imbarcazione nella flotta Uvet avrebbe potuto garantirgli un approdo sicuro con altre stagioni di buona navigazione. Il mare mosso vuole lasciarlo ad altri, ma prima di questo i due imprenditori dovranno trovare un accordo e limare qualcosa da ambo le parti. Conviene a entrambi e per questo tra qualche mese potrebbero stringersi la mano.

Va però sottolineato che istituti di credito e fondi setacciano segmenti di mercato diversi e per questo hanno deciso di rompere gli indugi e in queste settimane analizzano il dossier Eden, che dopo l’acquisizione di Hotelplan e Turisanda ha aumentato il suo valore.

Da capire le intenzioni del patron Filippetti che in un’intervista recente a TTG Italia si era detto pronto a sedersi al tavolo. Pare inoltre che il mirino della finanza si potrebbe posare anche su Nicolaus e Veratour che si muovono da qualche stagione su ricavi degni di attenzione da parte dei fondi e vantano un discreto ritorno in termini di profittabilità.

Alpitour e la nobiltà Francorosso
Resta infine Alpitour. La struttura più pesante, che strizza ormai l’occhio a tutto il comparto alberghiero per ampliare il suo raggio d’azione. I suoi azionisti seguono invece l’evolversi del mercato e potrebbero essere disponibili a valutare una cessione di quote di Alpi.

Nei mesi scorsi ci sono stati abboccamenti e incontri veloci, ma nulla di definito. Qualcuno tra le società di investimento vedrebbe bene anche qualche iniziativa di “spezzatino” per mettere le mani su pezzi pregiati con un brand ancora nobile, vedi Francorosso.

Twitter @removangelista

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